I JEANS
Lunghi, corti, sdruciti, non stirati,
senza garbo, sgualciti ed informali
strinati, sfilacciati eanche strappati
adatti all’occorrenza ma casuali.
Un capo invero senza preclusioni
trattato come privo d’importanza,
usato proprio in tutte le occasioni
è raro sia motivo d’eleganza
Ogni giorno li infili normalmente
non ha importanza quel che stai per fare.
E’ un gesto naturale indipendente.
Avulso dai motivi del “mostrare”.
Non li guardi, o li lisci, né li pieghi
non curandoli come un “Valentino”,
ma strumenti che l’indomani impieghi.
Li strapazzi, l’ignori. Sei meschino.
Sei “in”, se son consunti, e ben vissuti.
Meno li curi e più li senti tuoi.
Comodità. Non contano i tessuti.
Indossandoli come e quando vuoi
abdichi a forma, a scelta ed a colore,
sempre gli stessi, blu, ogni momento
di scarsa fantasia hanno il sapore
della Pigrizia quasi un monumento.
Premi nobel, registi ed inventori,
nessuno ormai mi sembra ne stia senza.
Tamarri, intellettuali e attentatori
significa una cosa. Abbi pazienza.
Multiculturalismo? Integrazione?
Inutili i motivi del processo
di libertà o globalizzazione.
Per Arbore un ostacolo anche al sesso!
Di tela, resistenti ad ogni danno
una seconda pelle diventati
sono un’icona ormai, tutti lo sanno.
Convenienti lo sono sempre stati.
Il capo per una vita, ecco cos’è.
Creatività italiana, genovese.
Economici, robusti ecco il perché.
Non hanno e non esigono pretese.
Da magri non ci vuole alcun coraggio
per la taglia sessanta è presunzione,
di cuciture doppie sei l’ostaggio
per uno spillo, rischi l’esplosione.
Per un cowboyl cappello è come il sale,
ti omologa, accomuna. Starne senza,
fare a meno dei jeans ti fa star male.
E’ un elemento ormai dell’esistenza.
E sol perché tua moglie ti sta appresso
quando ormai del tuo corpo hanno l’afrore
li metti in lavatrice col timore
di non averli pronti il giorno stesso,
Solo nei matrimoni è tuo dovere
non indossarli e allora son dolori,
se metti sotto esame il tuo sapere
di moda, di cravatte e di colori.
Democratici sono per natura
la camicia di forza pel sedere.
L’essere incriminati per usura
è il destino comune per godere
Son diventati un simbolo nel mondo.
Il “me ne frego” d’epica memoria
genialitàe coraggio a tutto tondo.
Ma questa, in fondo, è tutta un’altra storia!
marco biffani
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