nella tunica delle tue lamine
è favola di geli
narrati ascoltando il sussurro dei rami
*
tempo fatto foglia, per non sfiorire
spazio tra i fiordi delle tue vene,
un nord di semi in assenza di stami
*
ti pieghi, come carta carbone
divieni terra, stesso colore,
l‘ inverno riprende a raccontare
il ricordo dei boschi nel buio in processione
*
sopra la terra una coltre marrone,
nei giorni degli sguardi di tramontana,
un mantello di squame
scagliate tra gli alberi dal mare
*
paziente come la luce sai aspettare
per riapparire corolla del tempo
chinato sui tuoi petali da non dire
*
celato il tuo ventaglio
alla fretta del vento,
riappari morendo
trovando il principio
dove si stende la fine.
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