Ha cancellato il pregiudizio dalla custodia di ogni verbo
con il bacio del tabacco sulla lingua.
Ha dato fuoco alla collina, inseguendo, nuda, un povero diavolo
fino a valle, lungo il fiume.
Ha circoscritto a poche note l' aria fonda del mattino
e sull' abisso ha tirato un velo per drogare sempre meno
fino all' intenzione di calarsi dentro al buio
con la preghiera di voci grige a illuminare
colorando le pareti di scale, scolpite nella roccia con le unghie.
Ha pensato che l' amore fosse un bene
nonostante le intemperanze del sentiero.
Ha custodito il siero vergine della vita tra le cosce, di fontana
ha lasciato che bevessimo, imboccandoci di gioia.
Ha custodito certe notti a benedire il doppiofondo degli occhi
tra le virgole e i petali di giardini di parole ancora in fiore
nonostante il tempo le trascuri sulle tombe.
Ha scalato, ha scavato, ha reciso, ha piantato, ha danzato, ha mietuto.
Ha trascorso sulla Luna tutti i tempi delle eclissi.
E' tornata con i piedi per terra, quasi sempre, dopo ogni salto nel vuoto
polvere di stelle tra i capelli.
La poetessa nata libera dei miei sogni infranti
benestante, infrangibile, come un vetro trasparente per rotaie
per viaggi in traiettorie siderali.
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