Noi quelli più fragili, uscimmo da
molte sbarre dietro le dita,
inventammo storie per stordimento
fino a genuini scontri con la coscienza.
Battemmo su porte coi catenacci
mentre morbido era l'interno
fatto di urla a mani giunte forse
in preghiera.
Uomini probi ci avete sottratto
i silenzi, le poche parole che avevamo
tra i denti e ora della terra comprendiamo
il respiro.
Rimangono solo tremori dove i pianti
furono ombre leggere a sostegno
di luci, e i voli fuori da gabbie
fecero gente più sana.
Sono palazzi dismessi oramai,
ma ancora le cinta di muri
si ergono alte intorno agli oppressi
di adesso.
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