:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
Non sono al momento possibili nuove registrazioni di utenti su LaRecherche.it
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Sei nella sezione Eventi/Notizie/Comunicazioni
gli ultimi 15 titoli pubblicati in questa sezione
gestisci le tue pubblicazioni »

Pagina aperta 1651 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Tue Sep 17 04:52:50 UTC+0200 2024
Moderatore »
se ti autentichi puoi inserire un segnalibro in questa pagina

Selva creatura leggera, di Rosa Gallitelli


Evento/notizia/comunicazione, proposta di LaRecherche.it

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »




Pubblicato il 08/12/2015 17:23:00

 

SELVA CREATURA LEGGERA di Rosa Gallitelli, Passigli 2015.

 

 

QUARTA DI COPERTINA

 

Selva creatura leggera si muove catarticamente attraverso accavallate realtà, che tutte convergono nel vissuto come in un caleidoscopio che a volte avvicina e a volte allontana, colorando con forza o dolcemente sfumando il molteplice paesaggio che ne forma la cosmogonia. La dualità che appare subito evidente è il raffronto complesso tra il luogo reale della Selva vergine del Costa Rica (dove l’autrice ha abitato a lungo) e la selva dei ricordi originali e degli inediti simboli sorti da questa singolare e travagliata esperienza.

In queste selve perennemente osmotiche, celate e svelate da un’ancestrale alternanza di apparizioni e perdite, il tempo e la natura risuonano con tutta la loro universale potenza, nell’insanabile contrasto con una modernità che sembra condannare all’estinzione la loro inviolata bellezza.

La testimonianza di una purezza primigenia e della sua silenziosa scomparsa si esprime nei contrari precipizi di oscurità e di corporea letizia, che nei testi si alternano in sequenze fotografiche attraverso l’uso di punteggiatura e inarcatura come volano dell’espressione.

Un libro sorprendente e notevole, che fonde reale ed irreale attraverso suoni e visioni autenticati da una peculiare ricerca linguistica e ritmica, i cui versi appaiono sempre sul punto di traboccare in altri che li rammentano o li attraggono, coniugando l’attitudine onirica ed ermetica dell’autrice con la ricca polisemia delle parole e la versatilità dei concetti.

 

 

 

NOTIZIE BIOGRAFICHE

 

Nata a Pisticci (Matera) nel 1969, Rosa Gallitelli vive dai primi anni novanta tra Italia (Padova) e Costa Rica, dove ha trascorso lunghi periodi a stretto contatto con le popolazioni native del Guanacaste tra la foresta vergine e l'oceano Pacifico, esperienza cui è dedicato questo libro, cooperando poi nel tempo a progetti di tutela del patrimonio naturale.

Dal 2007 ha tradotto con Tomaso Pieragnolo noti poeti ispanoamericani nella rivista Sagarana, con particolare attenzione alla ricerca di autori da proporre in anteprima in Italia, confluiti poi negli ebooks “Nell'imminenza del giorno” (La Recherche, 2013) e “Ad ora incerta” (La Recherche, 2014), e curato la prima antologia italiana bilingue della grande poetessa costaricana Eunice Odio “Come le rose disordinando l'aria” (Passigli, 2015), definita da Giuseppe Bellini “un'opera importante di traduzione, resa con encomiabile fedeltà, tale da ricreare il clima dell'originale”.

 

 

 

FRA MADRE E SECRETO DEL CIELO

 

(estratto)

 

Gira un silenzio di focaia grande,

un tono d’inizio in coscienti

che il primate canta concavo albori

sino a fissarsi, abbeverato lungo il suo astro.

E quel tubero in appeso incerto tempo

è la tua stessa più forte memoria,

la tua imprecisa nascita lontana;

poi del comparso allunato,

del transitato solamente,

situato che svapora e svuota

relitto arboreo una sfumata cuna sospesa,

solo resta il detrito o il fondo indaco,

quasi lucciola bevuta da luce

lungo un suo gesto lungo quanto un viaggio,

lento quanto la somiglianza:

arto alla bocca, maschera all’oscuro,

cuoio del nostro più fondato chiaro

primo sguardo destinato all’aria;

e in lanugine un cuore o un volo,

cieco tamburo leggero.

 

 

Lo vidi nato fra gli alberi,

appena cosmo raccolto,

fra madre e secreto del cielo

trasalire fra gli alberi perché doveva,

perché tutti iniziammo un sangue arboreo,

perché volevo fosse un giorno ricordato

l’alto rilievo della tenerezza,

chi deteneva in carne vivo il monumento verde,

l’occhio primo della gioia limpida:

quell’iride dove d’istinto

anche tu uomo apriresti un amen, un fogliame,

un punto di partenza o avvento;

è lo stesso, è cantarti a mente

una distanza che ti canta, e ti canta,

un vuoto cui porteresti sempre

fiori che muoiono se manca.

 

 

 

 

CERCHIA, FAMIGLIA VERDE

 

(estratto)

 

È che dopo anni in fondo agli alberi,

in estuari antro dove il mare

veniva a celebrarli spuma,

fra donne verdi fra vento

e uomini in disegni lenti

nella lenza del sonno,

fra bambine fluite in veglie con puma e pesci,

scalze con dipinti lunghi occhi d’uccelle,

ho lasciato la mia ultima femminea scarpa

senz’altra famiglia o pagina;

come una allontanata che li bacia,

ubiqua al disunirsi madida,

rimane in piedi sulla linea di una lacrima

come fosse il suo fondamento,

riconsegnarsi sempre in seno corrente

a quello stesso spartiacque,

da allora in avvenire di stucco

nell’urna delle mancanti voci.

 

Se nulla ho fondato in quel punto,

se solo appartenemmo a luce,

se quei volti appartennero solo

ad una luce inviolabile;

non so se in questa arborescenza lascio,

se sia presto o tardi o se ho ripreso

a scriverti che chiude una voliera,

un corindone spento per sempre.

 

Ma in questo lineamento tardo

lascia io possa almeno,

nella circolazione del ricordo

lascia io possa almeno a mente

cerchiarci, amore, in fulgido tempo,

dalla spina nello smeraldo in poi

cui appendesti la prima maglia

fra i nomi della luminosa bestia;

li possa salva, anche in noi, data potente,

possa Selve impugnando pianger le verdissime,

loro grandezze aperte

di seme da soglie libero.

 

Questa la memoria: un foro nel vento,

perché non si debba più fingere

di odiare luce e leggerezza,

di scordare aldilà sfiniti

quei fuggevoli animali e volti, e occhi scorsi.

Ci attendono. Guarda. Circondano.

È tardi, andiamo, la terra obnubila.

 

Argilla, cuore sasso gettato,

là dove ci separarono

dall’orma dispersa esperta,

cerchia, famiglia verde.

 

 

 

L’ULTIMA ADOLESCENZA TERRESTRE                   

 

(estratto)

 

E a mente ho stremo uomo e rivo,

uomo e puma, uomo in rio aureo,

e in fauci dei volati estuari

dove esito in terra è il pesce che svelle,

ne sfrangia l’albore e esegue

con una carnagione ultraterrena,

con una taglia d’ombra oltre il bambino libera:

due lanciatori celestiali,

due lignee punte pure in spume.

 

Ma se li avessi visti sfollati vivi

dall’acqua, dall’aldilà,

lucente ingrandimento il nullo spazio

cui stranamente un giorno hanno portato

movente una ruota veloce

perché si dividessero in fretta

da tutta la loro chiarezza;

se tu fossi diminuito in un commiato

celato da unite polveri,

da sillabe non dette certo

a scalzi innati tersi,

disincantati fermi in orme e in fede

di un’amicizia tua che si era spogliata

per stringerli, per credere come loro;

non ti volteresti mai più

senza l’odore dell’impaurito,

del consegnato che ha dato:

vita, separazione.

 

Addio amuleto svuotato,

uscio boreale permanente scudo,

vuoto del vento arbusto,

uomo dell’onda apparso con testuggine

lungo la linea d’esche e volto,

lungo un sorriso liquefatto.

Addio scudiscio d’insenatura

uscito dalla purezza,

da cui si saliva nudriti,

nudi, smemorati col ramo,

col testamento fra torrenti mani

vuote da maree bevute,

dalla robusta rosa che schiude

e ti rilascia rivo, incarnato.

 

 

Senza voce si separarono

i nuotatori dal vento,

nudi, dementi vestiti.

Foci testuggini addio;

solo sbucando portaste puerizia al mondo,

riso al fiore di labbra, radice

ai crepuscoli tripudi in questo equoreo

torace tardi giunto al corrente,

che in debito di un congedo

non pesava di colpo: questo è il coraggio,

scorgere in ciò che ardeva e fallisce

quasi carne di calice il vuoto,

parcella della ventilata gioia.

 

 

Ma presto, chiamate la Madre,

all’atlante intriso e accovacciatela,

imbattuta e cava di figli,

di tutti gli animali del mare,

dell’aria

e della terra cruciale.

 


« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »

I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Redazione LaRecherche.it, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.

 

Di seguito trovi le ultime pubblicazioni dell'autore in questa sezione (max 10)
[se vuoi leggere di più vai alla pagina personale dell'autore »]

La Redazione, nella sezione Eventi, ha pubblicato anche:

:: Assemblea dei soci 2024 (Pubblicato il 09/03/2024 12:00:00 - visite: 131) »

:: In Viaggio con Dickens: inaugurazione 22/07/23 ore 18 (Pubblicato il 15/07/2023 21:20:41 - visite: 577) »

:: Assemblea dei soci 2023 (Pubblicato il 11/03/2023 12:00:00 - visite: 216) »

:: Assemblea dei soci 2022 (Pubblicato il 12/03/2022 12:00:00 - visite: 264) »

:: Antologia proustiana 2021 [Invito a partecipare] (Pubblicato il 01/05/2021 13:08:54 - visite: 3182) »

:: Assemblea dei soci 2021 (Pubblicato il 12/03/2021 12:00:00 - visite: 370) »

:: Giuseppe Terracciano, caro amico e poeta, ci ha lasciati (Pubblicato il 15/01/2021 15:19:04 - visite: 1432) »

:: Accessi annuali a LaRecherche.it (Pubblicato il 31/12/2020 01:18:56 - visite: 667) »

:: Antologia proustiana 2020 [Invito a partecipare] (Pubblicato il 03/05/2020 14:31:14 - visite: 2606) »

:: la via immortale (Pubblicato il 16/04/2020 20:24:54 - visite: 4692) »