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Romeo e Giulietta

di Antonio Braile
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Pubblicato il 21/04/2013 20:48:08

Il giorno dopo uscì allo scoperto.

Era lui l'ingenuo e profondo privilegio di luride donne,

un emblema per le prostitute londinesi dell'Ottocento,

secolo in cui mia madre non esisteva ancora.

 

Il mio destino venne scritto dall'assassino di Giulietta.

Il nome di quell'uomo era sulla bocca di tutti.

Romeo sapeva che non poteva far altro che uscire allo scoperto,

così venne il giorno in cui lo fece.

 

La gente non volle per niente sapere il perché.

La ghigliottina era il sacrificio epocale che spettava a quell'uomo

lurido, infame e e fervido credente della sua innocenza,

la quale purtroppo non conosceva alcun testimone.

 

Il padre dubbioso gettò ogni sua speranza nel baratro

dicendo che il Romeo la sera fatale non si trovava in casa.

L'abitazione della donna era rimasta gelata dalla morte

della fanciulla benestante e ben voluta dal popolo.

 

A Bologna la storia creò un interesse incontrastato.

Gli amanti erano conosciuti da tutti come giovani, belli e ricchi.

La coppia aveva molti nemici, invidiosi del loro amore,

un amore sperato da molti, ma posseduto soltanto da pochi.

 

Romeo si convinse del suo futuro martirio.

L'uomo accettò la pena di morte senza batter ciglio,

così l'aguzzino si fece avanti con un'ascia già sanguinante

del morente ladrone accusato di viltà esagerate.

 

L'ora di Romeo arrivò

portando con se un'imprevedibile sorpresa proprio nel momento furente,

quando la madre di Giulietta si fece avanti e piangendo

urlò al paese intero l'innocenza di quell'uomo.

 

Per sempre la madre di Giulietta odiò Romeo.

Quell'uomo vile e senza pudore non meritava sua figlia,

la quale era stata promessa in sposa a un principe di Svezia,

il quale non ebbe mai il coraggio di entrare in Italia.

 

La storia di Romeo e Giulietta venne alla luce molto prima

dell'incarcerazione dell'uomo innocente accusato ingiustamente

della morte della sua bellissima amante,

per la quale mai avrebbe commesso minimo reato.

 

L'unico reato che Romeo commise fu quello di amare,

amare una donna con tutto se stesso sennò anche di più,

amarla senza il beneplacito della madre di lei,

la quale in tutti i modi cercò di bloccare il reato d'amare.

 

Il principe di Svezia venne scelto dalla famiglia.

I genitori volevano a tutti i costi l'unione della figlia col nobile.

La ragazza trovò amore in un'altra famiglia nobile,

ma disprezzata dalla madre di Giulietta.

 

Arrivarono giorni tristi e litigiosi.

La madre obbligava sua figlia a conoscere il principe,

ma lei affermava a squarcia gola l'amore per Romeo,

per il quale non avrebbe accettato la corte di nessun principe.

 

Il padre cercò in tutte le maniere di fermare i litigi.

La madre non poteva proprio sopportare la presenza di Romeo

nella casa in cui aveva concepito una figlia promessa a un principe straniero,

ma per il quale Giulietta non provava nessun sentimento.

 

Romeo non si permise mai di immischiarsi nelle tresche familiari.

La madre costringeva la ragazza a non vedere più il suo amato,

ma lei di nascosto scappava di sera e tornava di giorno

provocando la furia di una madre angosciante.

 

Il giorno non tardò ad arrivare.

Giulietta tornava silenziosa dalla villa, in cui era stata

la sera prima in amoroso colloquio col suo amante,

quando venne accolta da una madre inquietante.

 

Giulietta cadde a terra sanguinante.

La madre non volle neppure sapere dove sua figlia era stata,

purtroppo conosceva già la risposta e per questo si permise

di cacciar fuori la rabbia di una madre violenta.

 


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