Ci siamo stretti le gambe per ore ed ore
ma ora pare mancare l’appoggio caldo
ora che mille medaglie vinte alla fiera della gioventù
al confine d'una povera vanità
brillano di rosso sul petto.
Noi ormai silenziosi nemmeno ci guardiamo
nel casolare il tetto di paglia giallastra
brucia al sole, senza fumo.
Finestre basse accolgono disegni d’edera
vene attorcigliate a mani dure e inerti
è così strano guardare sotto lenti nere
il silenzio passetto lieve,
che come un gatto veloce, fugge nella siepe scura
nei desideri di ritorni improbabili.
Cado verso il risveglio
su labbra che tremano, bandiere piene di stelle opache.
Ti ucciderò a metà capitolo, questa notte
leggendoti per l'ultima volta
tra i fiori gialli di primavera
e gli stucchi gessati del pozzo
quando impregnati di rugiada si sfarinano
nell’alito di un delirio.
Il senso del troppo pieno ci sconvolge
un amore monogamo ora ci è impossibile...
Immagine di Francesca Woodmann
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