In fila paziente
Una baguette tra le mani
E null’altro.
Mi accodo
Scrutandolo tutto.
Maneggia mia figlia
I prodotti civetta della cassa.
Scrupolosamente lo scorro
Dalla cima dei crespi capelli
Alla punta delle scarpe.
Mi soffermo alla caviglia-
La pelle scura è bianca
Intorno all’osso sporgente.
E quelle scarpe eleganti color avorio
Sono troppo larghe,
Indubbiamente troppo.
Gli occhi tracimano
Tristezza, che
Sembrano vuoti.
È sottilissimo di fianco,
Cinquanta centesimi, consegna una carta sociale,
La cassiera si morde le labbra.
Un sorriso vuol dire ci sono;
Lui non sorride però.
La fanciullina saltella:
Ha gettato due euro
In uno sporco cappello
Rovesciato tra mani ruvide,
Un passo al di là
Delle commerciali sliding doors.
Io nell’auto accendo il condizionatore ed ho
Ancora, quell’inquietudine
Nelle morbide calze,
Che prude e che sale,
Un passo fuori
Dalle sliding doors
Dell' agognato aldiquà.
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