Svegliati è primavera
lucida le tue piume di cristallo
le acque nere del camper
meritano fonti inesplorate
le tue matite di ceramica giapponese
percorrono più a valle fogli di corallo
i tuoi boschi frondosi come riparo.
I miei anni che se ne vanno
lungo sentieri di melograno mi ricordano
chi sono sempre meno
così posso diventare un altro
senza pagare pegno al destino.
Come vorrei che mi dicessi
che mi hai tenuto sempre con te
senza lasciarmi da solo neanche per un attimo
in opere e omissioni, parole da poco
in un luogo tanto vicino al cuore
da esserne il corsivo.
Il maiuscolo di due iniziali
incise sulla corteccia dell'albero
sotto il quale torno a cercarti
tutte le volte che posso, cede
all'ombra selvaggia, il vento che soffia
via il sole dai rami.
Così vengono i sogni, (a cercarmi), su fotoni di rame.
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