Luca Giordano
- 04/04/2013 10:51:00
[ leggi altri commenti di Luca Giordano » ]
Caro Gian Piero, solo ora commento perchè solo oggi ho trovato la calma necessaria. Mi sorprendo come tu abbia seguito le traccie delle vittime. La tua è come una restituzione di memoria e di vita a quelle vite, a quegli "anni rubati" come li chiamava Settimia Spizzicino, sopravvissuta ai campi di sterminio. E una gioia, non una tristezza, perché triste sarebbe partecipare di quel furto senza restituire. Mi hai fatto pensare a questo testo di J. L. Borges (ultimamente largentina va di moda, e a ragione):
Rimorso per qualsiasi morte.
Libero dalla memoria e dalla speranza, illimitato, astratto, quasi futuro, il morto non è un morto: è la morte. Come il Dio dei mistici, al Quale si devono rifiutare tutti i predicati, il morto ubiquamente estraneo non è che la perdizione e assenza del mondo. Tutto gli abbiamo rubato, non gli abbiamo lasciato né un colore né una sillaba: qui è il patio che non condividono più i suoi occhi, là è il marciapiede dove fu in agguato la sua speranza. Perfino ciò che pensiamo potrebbe stare pensandolo anche lui; ci siamo spartiti come ladri il flusso delle notti e dei giorni
|