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Commenti al testo di Roberto Maggiani
Molte poesie sono prive di questa capacit
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Tania Scavolini
- 30/01/2017 12:56:00
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Ho letto anche io il libro di Murakami, denso di passi significativi, di grande poesia direi, perché penso che anche la narrativa, quando comunica al lettore emozioni che viaggiano oltre il tangibile, sia poesia. Questo dialogo ha colpito anche me, facendomi riflettere. Devo dire che non è sbagliato per niente ciò che Murakami esprime: "se le parole non riescono a trovare quel canale visionario che le mette in contatto col lettore, non arrivano a creare poesia." Beh diciamolo, spesso si leggono poesie nel web che sembrano belle poesie, ben scritte e formulate secondo criteri simbolici, metafore e altri trucchetti del genere. Ma siamo sicuri che siano poesie vere? Forse no, forse sono poesie solo quelle che arrivano a stabilire un "contatto" col lettore attraverso canali di percezione che possono variare da lettore a lettore a seconda delle sue esperienze personali. Quando il lettore afferma di avere avuto la pelle doca o ha pianto leggendo una poesia, quando ha evocato sogni, o immagini di ricordi lontani o sogni futuri.. insomma quando è visione e percezione di emozioni uniche e inspiegabili, credo che quella sia poesia. (al di là della bella forma e della bella costruzione di una poesia)
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Leonora Lusin
- 31/12/2016 22:59:00
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Grazie Roberto per questo splendido dialogo. Sono la prima a dovermi interrogare su quali trucchi sto usando... Leggendo dopo tanto tempo i testi pubblicati sulla Recherche mi si affollano una serie di riflessioni, forse un po severe. Mi verrebbe da dire che ci sono parole pericolose da cui, chi savventura nella scrittura poetica, dovrebbe guardarsi come dalla Peste. Ma forse non è neanche questo, nel senso che quelle parole segnalano soltanto una scarsa conoscenza dello strumento che si sta impugnando-perchè proprio di un attrezzo si tratta.Poesia sinonimo di fare.Il farsi del mondo. Con gli anni ho compreso che la Poesia, diversamente dalla narrativa,rifiuta gli autori o meglio non è proprietà degli autori. Siamo tutti amanuensi.Ciascuno chiamato alla difficile ma umile arte dellascolto.Ci vuole coraggio a mettersi da parte.E una vita intera non basta per imparare.
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Alberto Rizzi
- 31/12/2016 20:40:00
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Nella nostra limitatezza, pensiamo che lo strumento per scrivere poesie sia la penna. In realtà, lo strumento siamo noi, nelle mani di chi non è "fisico" come noi.
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Lig E. Norant
- 31/12/2016 20:00:00
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La poesia non esiste mai prima, è un riconoscimento a posteriori ovvero nasce dallincontro del lettore con il testo: che ci piaccia o no, il poeta da solo non esiste (la grande tentazione "sacerdotale" dellintellighenzia). Forse la distinzione non consiste tra il simbolico, levocativo e ciò che non lo è o ne è inautentica imitazione a scopo "seduttivo", ma tra unopera aperta, poiché inesauribile nel tempo, e unopera che resta solo come documento narrativo, per quanto conservi la propria bellezza. Per il resto è una questione di gusto e sensibilità, certo anche di colta formazione, poiché testimoni autorevoli delluna e dellaltra poetica che hanno prodotto ottimi o buoni versi ne è piena la letteratura. Altro discorso è sulla qualità, ma qui si apre lo scenario tematico accennato da Angelo, cui si assomma il tema della ormai facilità di pubblicazione, cui non mi oppongo sia per conflitto dinteressi sia perché, piuttosto che censurare, preferisco scegliere da lettore ciò che riconosco valido per la mia lettura da ciò che invece è da scartare, sempre pronto ad apprendere dai maestri l’educazione al bello.
Colgo l’occasione per augurare a te e a tutti un felice Anno Nuovo.
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Giovanni Baldaccini
- 31/12/2016 18:21:00
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"Ha estratto le parole dai sogni, come si cattura una farfalla mentre vola, prendendola dolcemente per le ali". Le farfalle sono tutte diverse, ma volano anche se non sanno di volare. Non hanno bisogno che qualcuno glielo dica. Anche le parole sono diverse, ma non tutte volano e hanno sempre bisogno di sentirselo dire. Buon Anno, Roberto.
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Angelo Ricotta
- 31/12/2016 17:34:00
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"canale visionario...simbolismo" In fondo anche chi afferma che la poesia deve essere "evocativa e non esplicativa" probabilmente si riferisce agli stessi concetti. Istintivamente siamo portati ad aderire a questa interpretazione della poesia. Purtuttavia i concetti rimangono vaghi, impossibili da formalizzare. Non cè una ricetta scientifica, una metodologia operazionale che ci permetta di riconoscere e men che mai di quantificare la visionarietà, il simbolismo e levocatività. In queste valutazioni la componente soggettiva è ineliminabile: ciò che è visionario, simbolico ed evocativo per uno può non esserlo per un altro. Pertanto chi decide cosa è poesia e cosa non lo è? Naturalmente esiste una intellighenzia che decide in tal senso. Ma molti di noi sono, come minimo, insoddisfatti dalle loro valutazioni. I siti come questo non esistono proprio per tale ragione? Credo che ci si debba rassegnare a non poter pervenire ad una soluzione definitiva del problema e giudicare caso per caso. Ma bisogna farlo con umiltà altrimenti ricadremmo negli stessi errori che attribuiamo allintellighenzia imperante. Felice anno nuovo!
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