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Commenti al testo di Klara Rubino
Vangelo di Flippo

Sei nella sezione Commenti
 

 Klara Rubino - 11/03/2017 10:56:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

La cucina è fabbricare una verità che almeno quella la gente se magna; le altre le rifiutano!

 Leonora Lusin - 11/03/2017 10:44:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

dunque anch’io devo ancora riflettere,ma qualcosa posso azzardare: la verità sul piano cosmologico è un divenire (sappiamo già che in determinate condizioni nella fisica sub-atomica osservato e osservatore interagiscono)
Sul piano soggettivo ego-riferito ci si può sbizzarrire...
La verità ti fa male lo so...(Caterina Caselli)
Dimmi la verità... (Little Tony Cuore Matto)
In vino veritas...
Vuoi sapere la verità?(Esausti quando qualcuno ci incalza...)
Doppia verità: qualsiasi evento visto secondo la versione di almeno due testimoni che erano entrambi presenti..
Ora mi dedico alla cucina che è meglio..

 Klara Rubino - 11/03/2017 10:27:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Nooo!...mica così tanto!

 Nando - 11/03/2017 09:54:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Vivere un’attesa è già la verità di una vita, è il senso di una vita, che vada oltre l’immediatezza dei sensi, non la loro ultima significazione però. Attendo, finché morte non mi separi da questa vita ovvero mi sottragga a questa forma di vita.

 Klara Rubino - 11/03/2017 09:19:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Ci ho riflettuto Nando, quasi una poesia se abbandono le idee precostituite...deve maturare la mia risposta...
Attendere prego...

 Franco Bonvini - 10/03/2017 18:10:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Siamo i granelli di zucchero che saltellano su un foglio steso sopra.
Siamo il quarto Magio ancora in cerca, e se non l’ abbiamo trovata in tutti questi anni s’è tra-vestita bene.

 Nando - 10/03/2017 17:32:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Offri spunti di riflessione, "costringi" a pensare o a ripensare; allora mi sembra doveroso condividere, seppure minimi ed infimi, i frutti di questo mio riflettere (i germogli, le prime fioriture):
Se la verità è venuta nel mondo vestita immagini e simboli, anche noi lo siamo immagini e simboli oppure che cosa siamo noi rispetto alla verità? Siamo altro dalla verità?

 Franco Bonvini - 10/03/2017 11:27:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

A volte non tanto inconsapevolmente. E la folla sparisce davvero.. Lo so. A volte o un’ unica volta.
http://www.larecherche.it/utente_pubblica_testo_modifica_form.asp?Id=37907&Tabella=Poesia

 Klara Rubino - 10/03/2017 10:24:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

In mezzo a tutto quel vociare la verità la senti in vibrazioni, inconsapevolmente, in ogni cellula che si rigenera; è così che danzano le cellule!

 Franco Bonvini - 10/03/2017 10:09:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Che la ricucisca senza tailleur però!
La verità è un suonatore di chitarra, o mandolino. E in mezzo a quella stazione tra il vociare della folla non si sente.
Capita però, a volte che quando la vedi e la riconosci tutta la folla sparisca. Anche solo un attimo.

 Klara Rubino - 10/03/2017 08:01:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Dopo uno sbadiglio ed il secondo caffè ed un buongiorno a tutti, in fin dei conti dico
Cara Verità che non sei venuta nuda in questo mondo, ma vestita di simboli ed immagini, se ti tagliassero a pezzetti 
il vento li raccoglierebbe 
il regno dei ragni cucirebbe la pelle 
e la luna la luna tesserebbe i capelli e il viso 
e il polline di Dio 
di Dio il sorriso.
Sto tranquilla e fiduciosa pertanto!

 Nando - 10/03/2017 05:51:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Non hanno nulla di soggettivo né di oggettivo, appartengono ad un contesto culturale specifico, che non parla necessariamente a tutti. Può essere universale se archetipo antropologico, diversamente rimane s latere dei referenti che lo hanno assunto o generato. Universale è il simbolo come medium non come contenuto di cui si apre a passaggio ovvero di ciò che è (non rappresenta).

 Leonora Lusin - 10/03/2017 01:46:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Dimenticavo...esatto...portato a compimento.

 Leonora Lusin - 10/03/2017 01:44:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

I simboli non hanno nulla di soggettivo, sono pura energia altrimenti diventano metafore morte, sono azioni, azioni dialettiche che mettono insieme oppure fanno"combaciare"(scambio di baci...)
Una reazione chimica può essere soggettiva?
Si viene gettati insieme (sunballo) nel crogiuolo e ci si raccomanda al signore...
Ci si mette in ballo...

 Leonora Lusin - 10/03/2017 01:44:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

I simboli non hanno nulla di soggettivo, sono pura energia altrimenti diventano metafore morte, sono azioni, azioni dialettiche che mettono insieme oppure fanno"combaciare"(scambio di baci...)
Una reazione chimica può essere soggettiva?
Si viene gettati insieme (sunballo) nel crogiuolo e ci si raccomanda al signore...
Ci si mette in ballo...

 Klara Rubino - 09/03/2017 23:22:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

No due rette pagelle ( quelle che mio figlio non ha!);due rette parallele! !!

 Klara Rubino - 09/03/2017 23:15:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Vabbeh!
Dicono che anche due rette pagelle se tendono all’infinito, dicono "tendenti", prima o poi si incontrano; quindi, anche se non abbiamo punti di contatto; chissà magari un giorno ci troveremo d’accordo!Il più sinteticamente possibile chiarisco che io rivendico solo quella che si chiama capacità critica. Se uno c’è l’ha, nessun’altro che sia può avere nei confronti di quel l’individuo o di quella coscienza, un diritto superiore tale da soffocarla o sopraffarla.
Io sono una schiava che alza la testa.

 Nando - 09/03/2017 22:56:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

La chiacchierata con questa collega, ormai risalente a molti anni fa, lei molto più grande di me e con studi classici alle spalle, traeva origine dal confronto tra una visione di fede ed una più laica anche in riferimento all’infelicità; perciò ci si ponevano due strade: liberi, consapevoli a rischi però di essere infelici oppure idioti ma felici?
Per il simbolo lo scrivi tu stessa: una tessera spezzata in due, segno di un patto per il ricongiungimento possibile ai detentori delle due parti, quindi negazione stessa di ogni estraneo al patto e perciò dell’universalità del segno.

 Klara Rubino - 09/03/2017 22:44:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Mi dissocio dal porre la questione stessA CHE CONTESTO NEL SUO ENUNCIATO DI PARTENZA ( ...scusa mi è partita la maiuscola!).
Come si fa ad essere liberi e consapevoli ed infelici?
Mah!
Inoltre da Wikipedia ecco il significato etimologico della parola simbolo:
La parola "simbolo" viene dal latino symbolum che a sua volta si origina dal greco σύμβολον [symbolon] ("segno") che a sua volta deriva dal tema del verbo συμβάλλω (symballo) dalle radici σύν «insieme» e βάλλω «gettare», avente il significato approssimativo di "mettere insieme" due parti distinte.[2]

In greco antico, il termine simbolo (σύμβολον) aveva il significato di "tessera di riconoscimento" o "tessera hospitalitas (ospitale)", secondo l’usanza per cui due individui, due famiglie o anche due città, spezzavano una tessera, di solito di terracotta o un anello, e ne conservavano ognuno una delle due parti a conclusione di un accordo o di un’alleanza: da qui anche il significato di "patto" o di "accordo" che il termine greco assume per traslato. Il perfetto combaciare delle due parti della tessera provava l’esistenza dell’accordo.

Appunto il perfetto COMBACIARE di due parti della tessera.

 Nando - 09/03/2017 22:33:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Dibattevamo spesso con una collega se è meglio essere felici ma idioti o infelici ma liberi e consapevoli; lei optava per la prima delle due, io ero più orientato alla seconda. Purtroppo (mi ripeto annoiando) la mia ignoranza non mi permette di parlare con cognizione di causa, tuttavia credo sia che i simboli non siamo tutti universali sia che il sentire non debba "sottomettere" la verità.





 Klara Rubino - 09/03/2017 22:07:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Non mi piace che ci sia una scuola che insegni come srotolare esattamente i papiri: i simboli sono simboli perché universali e perché ci parlano anche quando non vogliamo ascoltarli.
Posso informarmi, approfondire, ma faccio mio solo ciò che sento corrispondere al mio sentire.
Quello che voglio è una serena felicità; e questa non consiste in altro che in essere ciò che si é.

 Franco Bonvini - 09/03/2017 08:43:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Ma dai tempi di Filippo è cresciuta.. e è stata "presa in trappola da un tailleur grigio fumo"

 Leonora Lusin - 08/03/2017 23:00:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Compresse aggiungerei.Sta a noi srotolarle esattamente come si fa con i papiri antichi...