Emilio Capaccio
- 14/10/2013 02:34:00
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Dunque, è una splendida metafora della tua resistenza agli inganni del sonno-menzogna. Mi chiedevo ma se tu sei lecheveria, chi è allora il vaso che ti contiene? Poi ho trovato la risposta, molto semplicemente: tu sei la pianta e il vaso che la contiene; il mare e la sponda che lo argina, la noce e il mallo che la riveste. Ho questa sensazione: devi essere una donna con un autocontrollo e una compostezza eccezionalmente spiccati e anche la pianta che hai scelto quale a te somigliante, o meglio tu dici in generale le piante grasse, hanno questa caratteristica, cioè, oltre ad essere straordinariamente belle, spinose, selvagge (nel senso che non hanno bisogno di tante cure) sono anche particolarmente discrete, sobrie, serie, fedeli. "Fedele" perché raramente ti svegli una mattina e la trovi sul balcone avvizzita, dunque mantiene laspettativa di ritrovarla sempre lì, sempre uguale, sempre la stessa, a darti il "buongiorno" ogni qualvolta alzi la persiana. Che bello!
Ciao.
p.s. la poesia è stupenda!
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Pomberto Reppino
- 13/10/2013 18:53:00
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Apprezzata.
Later, the children think the cactus was moral, had something to teach them,
some survival technique or just regular beauty. But what else could it do?
from: Saguaro, by Brenda Hillman
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Loredana Savelli
- 12/10/2013 14:26:00
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Leggi benissimo (Marco). Grazie Giuliano, è bello quando esci fuori. Le piante grasse mi piacciono molto, un po mi immedesimo (forse per qualche durezza esteriore, più che altro ammiro la loro resistenza). Un caro saluto
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