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Commenti al testo di cristina bizzarri
La visione del Cristo cosmico (Bede Griffiths)
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Lorenzo Mullon
- 08/08/2014 15:24:00
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La cosa incredibile è che possono ripetersi, e intensificarsi, e sono sicuro persino acquistare una certa stabilità, queste esperienze. Lo sto verificando, succede qualcosa ogni giorno, ed è sempre uguale e sempre diverso. Hai ragione, lunico ostacolo è la paura. Ma non succede mai niente di brutto, né durante né dopo, e allora a me è andata via del tutto anche la paura. Dobbiamo avere solo fiducia, la vita non è contro di noi. E poi la morte è una benedizione, se la accettiamo per quello che è: un cambio radicale di avventura. Ti immagini scrivere in eterno su questa tastiera per rispondere sempre ai miei deliri? Evviva i cambiamenti!
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Cristina Bizzarri
- 08/08/2014 14:28:00
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Caro Lorenzo, ho appena letto con emozione e gratitudine le tue parole. Devessere (stata) unesperienza meravigliosa, una gioia pura. Sai mi torna in mente quel mio momento vissuto una decina danni fa nel sud della Francia, quando in auto ho avuto limpressione che si aprisse tutto davanti e intorno a me, avevo perso i confini. Ma ho avuto tanta paura. La mia parte razionale mi fa anche temere, dopo la prima sensazione di meraviglia e commozione, che ci possano essere dei blackout elettrici nel cervello. Ma poi mi dico che, anche se così fosse, meglio! Lesperienza vissuta non perderebbe di valore, né di realtà. E allora mi partono tante domande e supposizioni e penso che Gesù e altri ci abbiano indicato, attraverso sé stessi, dei possibili percorsi per arrivare a questa beatitudine di cui tu parli. E i riti, i dogmi, le preghiere, allora potrebbero essere ulteriori strumenti per comprendere, affinare, da incarnati quali noi siamo, il senso di questa totalità - e magari per riuscire a sperimentarla. E allora, come tu mi dici e come tu sperimenti, allora lì devessere quello che noi chiamiamo Dio. Forse, Lorenzo, il ruolo del sapere cosiddetto iniziatico o esoterico o altro, è quello di introdurci a questo mistero, di darcene una chiave di lettura, perché una cosa è "essere" questa esperiena, una cosa è - mentre siamo - comprenderla. Un bacio. Grazie.
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Lorenzo Mullon
- 08/08/2014 10:26:00
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Cristina, scusa se prendo di nuovo la parola, ma in questo periodo mi capitano delle cose incredibili, non so come parlarne come descriverle, provo. E riguardano proprio il "corpo cosmico", giusto per dare un nome . . . e riguardano assolutamente la poesia, tutto parte dalla sensibilità poetica, almeno per me. Mercoledì eravamo al Lido, ad un certo punto mi sono sentito gigantesco, ero sopra le nuvole, e vedevo da lì. Cera Erica che dormiva sdraiata sulla stuoia, e io ero lei. Un bambino che giocava con la sabbia, ed ero io. Il venditore di aquiloni, ne aveva quindici in fila che volavano, uno spettacolo! ed ero io. Due ragazzi innamorati che scherzavano, ed ero io, sia lui sia lei. Un vecchietto che camminava a piedi nudi sullacqua, ed ero ancora io. Poi mi guardavo, enorme, fatto come di vetro, come un disegno a matita nellaria. Poi diventavo piccolissimo, e osservavo dalla prospettiva di un granello di sabbia. Comè possibile? Non era fantasia, non era immaginazione, era vero. La prova è che non stavo male, non avevo le allucinazioni, mi sentivo benissimo, immenso e piccolissimo insieme. Siamo ritornati a casa in vaporetto, per tre ore non sono riuscito a dire una parola, tanto ero ancora preso da quellesperienza, da quellincredibile punto di vista. Non cè altra spiegazione, anche se in realtà non è una spiegazione, non si può spiegare niente: si sono spalancate le porte della percezione, e ogni cosa è apparsa nella sua vera veste. Noi, in realtà, non siamo nel corpo, ma dentro luniverso. Luniverso è il nostro corpo, e siamo anche dentro tutte le cose, e persino, udite udite, dentro le altre persone, in qualche modo misterioso. Per questo possono capitare le coincidenze, o di più, quello che Jung chiamava sincronicità. Siamo "annodati" gli uni agli altri, in un grappolo di meraviglia, uno dentro laltra, e ognuno dentro tutto. Ma non lo sappiamo, non riusciamo a vederlo, viviamo come in una stanza chiusa, con una sola finestrella, sofferenti, pensando che quello sia il nostro mondo. Il nostro vero mondo è il "corpo cosmico". Se crediamo nel corpo cosmico di Cristo, dobbiamo pure credere al nostro corpo cosmico, noi siamo in tutto, noi siamo Cristo, o il Buddha, o Shiva o quello che vuoi . . . noi siamo Il Tutto, chi altri?
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Cristina Bizzarri
- 06/08/2014 19:29:00
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Bello quello che hai scritto. Così, lo sento moltissimo. Ciao Lorenzo.
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Lorenzo Mullon
- 06/08/2014 16:29:00
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Capisco e non capisco questa cosa dellisolamento Ci si sente soli quando non si ha raggiunto veramente il proprio sé, allora qualcosa manca sempre Ma poi ci si sente di una pienezza senza mancanze E gli altri . . . ma certo che ci sono gli altri, perché non dovrebbero esserci?
Comunque, io desidero solo creare ponti, senza puntare il dito contro nessuno Le contrapposizioni si creano quando ci irrigidiamo, se cè paura Non dobbiamo aver paura Qui non si tratta di ribaltare luniverso, ognuno ha il percorso che ha, ognuno deve fare le sue esperienze, io non giudico nessuno e non ho fretta Però credetemi, quello che sento e vivo, la gioia che sperimento da mesi, è davvero non il superamento delle religioni, non una rottura, ma il loro naturale compimento Mi sembra di aver iniziato la vera vita
Sono disposto a parlarne con chiunque E intanto esprimo la mia esperienza in poesia, che è il mio strumento, consapevole che non è facile comunicare, ma nemmeno impossibile Lesperienza stessa troverà le parole via via più adatte ciao!
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Nando
- 06/08/2014 10:09:00
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Dicevo hai centrato il bersaglio, poiché senza il fondamento ontologico del Divino, lessere umano rimarrebbe una monade in un oceano di solitudine, anzi no: disolamento (v. Nouwen Henri J.).
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Nando
- 06/08/2014 10:02:00
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Chiedo scusa per i miei errori di stesura: si legga "non cè alcun Assoluto" e "nella sua visione"; inoltre, Critina, vorrei aggiungere ancora qualche nota, ispiratami dal tuo ultimo commento: hai centrato il bersaglio, poiché le conseguenze estremi di una visione totalmente umanocentrica, non risolve il problema dei rapporti tra un io e un tu, non li giustifica, sia perché lautosufficienza esclude una spinta verso lestasi, sia perché lesperienza umana è sempre temporaneamente "duale" e quindi, visione ateista o visione teista, soprattutto quella cristiana, che si voglia assumere come punto di vista, riamne aperta la "ferita" della relazione: o com se stessi o con laltro da me.
Ora mi taccio
p.s. Versione non riveduta per la pubblicazione 8rudimentale)
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Nando
- 06/08/2014 09:51:00
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Non è solo un problema di linguaggio Cristina, secondo me è un "bivio" sostanziale: o credo Dio come anche il Totalmente Altro oppure credo alla visione che propone Lorenzo che non è alcun Assoluto e quello che noi definiamo linguisticamente Dio, nel suo visone è solamente luomo. A questo punto mi fermo, poiché il discorso si farebbe più complesso e, anche coi suggerimenti dei testi da te proposti, dovremmo parlare del ruolo di Cristo come unico Mediatore tra il Divino e lumano, di Dio Amore secondo il vangelo di Giovani, della Relazione intratrinitaria, dello Spirito come esperienza dellUnità, della vocazione dellumano allunione mistica con il Divino e, scandalo dagli scandali, del senso del dolore nellesperienza del Cristo appeso ad una croce. Ovviamente questi sono solo alcuni spunti, per altri ce ne saranno altri, insomma, largomento è denso e interessantissimo; che poi Dio sia un Mistero e quindi irraggiungibile questo viene affermato anche nei testi letti in proposta.
Ciao a te, Cristina e grazie; e un saluto a Lorenzo e agli altri tuoi lettori.
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Lorenzo Mullon
- 06/08/2014 09:43:00
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scusa, leggo adesso . . . ma ci sono tutti gli altri, perché dovresti sentirti sola? in certi libri sacri è scritto appunto che "Dio" si sentiva solo, per questo ha creato luniverso per rapportarsi con gli altri alla pari, alla pari!
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Lorenzo Mullon
- 06/08/2014 09:40:00
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( sforziamoci tutti, per uscire da una contrapposizione che non serve a niente, ci fa solo stare male, sto cercando a fatica delle "parole" che spieghino al meglio la condizione che vivo da un po voi provate ad immedesimarvi, la poesia a questo serve, a entrare in quello che apparentemente è "altro" o "strano" rispetto a noi ri-baci )
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Cristina Bizzarri
- 06/08/2014 09:36:00
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Forse è come dici tu, chi lo sa. Io, per me, non riesco (non voglio? può darsi) a immaginare un mondo dove ci sono solo io. Quella "presenza" che sento vicina mi interpella continuamente. So chi è per te - altro è per me, o credo che sia. Ciao!
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Lorenzo Mullon
- 06/08/2014 09:16:00
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Ma è proprio per questo che è necessario chiamare le cose col loro nome, cercare in qualche modo di descrivere al meglio questa possibilità. Che non è una possibilità fantascientifica, bensì a portata di mano. Se invece continuiamo a parlare di un "Dio", beh, "Dio" è ovviamente irraggiungibile, è un concetto, un ideale, che sfugge ad ogni immaginazione concreta, come le parole "infinito", "eterno". Invece no, è tutto umano, vicinissimo, siamo ad un passo dalla nostra realizzazione, e non lo vediamo. Forse è anche questa idealizzazione che ci blocca. Ecco perché parlo di un condizionamento mentale, di un vero e proprio blocco. Baci!
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Cristina Bizzarri
- 06/08/2014 00:04:00
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Lorenzo, detto così come tu lo dici ha una sua logica, ma puoi ammettere che ci sia altro? Un altra maniera di dire i fatti? Trovo questi stralci che ho proposto molto vicini a quello che tu dici. Forse è solo una questione linguistica. Forse, questo tuo sentirti "tutto" - scusa se non lo dico come lo dici tu - è quello che altri chiamano "unione con dio". E forse, caro Lorenzo, tu sei già in questo stato di beatitudine, di unione assoluta. E i nomi non contano più perché sei nella gioia, già sperimenti il regno dei cieli, il non ancora svelato. Allora, se è così, hai sempre avuto ragione tu a fregartene di ogni definizione... :-)
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Lorenzo Mullon
- 05/08/2014 23:59:00
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< "Dio" è lessere umano che si risveglia, uomo o donna che sia ( giusto per evitare accuse di maschilismo ) >
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Lorenzo Mullon
- 05/08/2014 23:20:00
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"Quando noi preghiamo Dio nella profondità dell’anima, Egli è in noi e noi siamo in Lui. Questa non dualità del nostro spirito con lo Spirito di Dio etc"
Ma come non dualità?
Non dualità significa che resta solo luomo finalmente realizzato, lUomo Dio
Oppure solo Dio, che si cannibalizza luomo
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Cristina Bizzarri
- 05/08/2014 18:19:00
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Credo che le coincidenze e le "rispondenze" indichino qualcosa di impalpabile e poetico. Questo testo lho trovato per caso, cercando su "Cristo cosmico". Mi sembra si riconnetta al nostro dibattito sulla fede, sulla nostra umana ricerca, sulla felicità, in fondo e indirettamente anche sulla poesia. A me ha dato parecchi spunti di riflessione.
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