Nando
- 01/07/2015 13:41:00
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Cè un paradiso perduto: letà delle memorie di una ragazza perbene, letà forte, la forza delle cose; ma poi a conti fatti tutto conosce lora della finitudine, lora della solitudine, allora acuta diventa la nostalgia, la nostalgia che divarica le fauci del desiderio e dentro appare petrosa l"impossibilità" di amarsi, non nel senso del sé ma in quello del "noi", trascendenza immanente di un io e di un tu.
Ciao, Sara.
P.S. Non so perché, ma mi sono tornati alla scrittura i quattro titoli dellautobiografia di Simone de Beauvoir, sono quelli che seguono il paradiso perduto del commento.
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Franca Alaimo
- 30/06/2015 12:52:00
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Come scrive Luciano, è una poesia romantica, con tutti gli ingredienti giusti: un amore spezzato, una notte di luna, una forte nostalgia. Si sente che Sara è votata alla liricità.
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