Franca Alaimo
- 27/01/2013 18:06:00
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Dicevo proprio questo, oggi, ad unamica con la quale commentavo il senso dato al "Giorno della memoria": perché debbano ricordarsi in questi giorni solo gli ebrei e non anche tutti gli altri popoli massacrati e vilipesi nel corso della storia: Armeni, Pellerossa, gli indigeni pre-colombiani, e ancora, ancora tanti altri, e perché nel giorno della memoria non si ricordino anche che vittime dei nazisti sono stati anche omosessuali, zingari, prostitute; perché il ruolo politico e il potere economico di Israele debba godere di questo "privilegio", eternando colpe e vendette, anche in nome di un Dio biblico senza perdono per i nemici del popolo diletto ( una giustificazione religiosa che è un ossimoro sconcertante). Con tutto ciò non voglio minimazzare quello che di terribilmente disumano è accaduto al popolo ebraico, e so bene che non va dimenticato tutto questo, ma sostengo che la memoria debba avere il compito di fare cambiare rotta alla storia, per impedire altri genocidi, altre guerre. E i Palestinesi dove li mettiamo? Bisogna che sia proclamato, assieme alla memoria, il "dovere" di perdonare; poiché la storia è chiamata a superare, non a riproporre. Che questo perdono non sia sentimentale e religioso, ma pienamente storico, pienamente necessario per lavanzamento verso altri valori. Io mi vergogno di tutto ciò che di dissacrante è stato perpetrato, è perpetrato contro la vita delluomo, e ancora di più contro il diritto intoccabile alla vita, qualunque essa sia, perché la Vita è tutti noi, insieme. Anche se non ci pensiamo, anche se non vorremmo, ognuno di noi porta su di sé tutto ciò che è accaduto e accade. Non cè fatto di cui non siamo responsabili. Per questo è necessario il perdono storico, perché un bambino palestinese ucciso, un bambino africano lasciato morire, solo perché appartiene ad un popolo povero che abita un territorio povero senza importanza strategica ed economica, una donna indiana stuprata in un autobus sotto gli occhi di tutti, un qualsiasi uomo vilipeso sono le vittime di un sistema di potere, che si fonda sulla lotta alla diversità, sulla vendetta e sulla sottimissione dei deboli. Tutto sarà cambiato, quando non ci sarà più bisogno dei giorni dedicati alla memoria, ai gay, alle donne, alla fame nel mondo, e tutti gli altri che sottolinenao con il loro esserci il fatto che nulla è ancora cambiato.
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