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Commenti al testo di Roberto Maggiani
La statua di Apollo - se tu mi spogliassi
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cristiana fischer
- 19/12/2015 10:49:00
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se ho capito bene: con gli occhi del desiderio si vede la statua di apollo e si immagina quello che ci sarebbe sotto, se si potesse spogliare... ma se non ci fosse neanche quella doppia immagine prodotta dal desiderio "se tu non mi vedessi/con gli occhi del desiderio/chi diresti io sia?", quale sarebbe lidentità, terza, di quella figura?
se è questo il movimento della poesia, lo trovo interessante
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Loredana Savelli
- 16/12/2015 17:21:00
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La questione delle maschere con cui ci vedono o che a vole indossiamo deliberatamente. Sotto i vestiti, anzi sotto la pelle, siamo noi, eppure gli stessi sempre.
Chi veramente ci "vede"? Non saprei rispondere, anche perché penso che abbiamo bisogno di uno specchio per vedere noi stessi, persino uno specchio deformante può restituirci ciò che ci appartiene.
Bel taglio poetico.
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Maria Musik
- 15/12/2015 21:25:00
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Questa poesia mi ha molto colpita, oltre che avere incontato il mio gusto, forse, più di altre. Il primo motivo perchè esprime un pensiero inverso (ma dallinversione si torna al medesimo risultato) a quello che mi attraversa ogni volta che mi trovo di fronte a statue come il David di Michelangelo: quelle vene di marmo che pulsano, i muscoli tesi, le ginocchia (una con un leggero valgismo), le natiche sollevate e la mano lungo il fianco che, da sola, vale lintera statua. Si può desiderare questa perfezione? E di pietra eppure accende il desidero. Il secondo: la scelta delle singole parole e la domanda finale, alla quale viene voglia di rispondere.
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Franco Bonvini
- 15/12/2015 10:15:00
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E come quando guardi le stelle. Non puoi non desiderare
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Klara Rubino
- 15/12/2015 09:26:00
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La poesia inizia scorrendo agevolmente fon tono leggero, a tratti ironico, per concudersi con una domanda che pare scherzosa, ma a cui decisamente è assai difficile rispondere. Da ciò il colpo che rende incisiva la poesia. Il desiderio è una spinta che muove, oggi strumentalizzato a dismisura, ci rende per lo più consumatori, pedine della società del possesso, per questo è così difficile, per noi oggi, rispondere a quella domanda. Un bel corpo nudo, guardato senza desiderio, sarebbe forza e vulnerabilità, magia e semplicità: vita.
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Lig E. Norant
- 15/12/2015 06:19:00
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Sembra tratta da "La bellezza non si somma", per quanto simile nel tratteggio e nello stile a quella raccolta di versi. E anche qui, come nel viaggio in treno della prima nella silloge, losservazione si fa speculazione di un pensarsi esistenziale, la fisicità ineludibile chiave interpretativa del nostro esserci, il corpo descritto nella sua immanenza di sensi, il legame erotico come alveo dellepifania umana, quando appunto non la fame ma il desiderio ci spingesse a conoscere laltro dal sé; mentre il rifiuto "erotico" del reale, diventa maleficio sui sensi, trasforma in pietra la diversità di noi stessi manifesta nellaltro, codificando in un feticcio immobile - unimmagine nel marmo - lestraneità inconoscibile o lammirazione del mito ovvero la fissità delle impressioni deformanti di percezione e cultura, comunque il rifiuto di quellattraversamento territoriale dei sensi che permette di arrivare alla completezza dellincontro amoroso (ma dal duo apollineo potremmo passare credo tranquillamente alle interrelazioni degli esistenti, definendo le analogie metodologiche del conoscere e dellaccogliere il "dato", l"informazione" nella sua nudità). Notevole il ruolo degli occhi e della memoria nelle tue poesie, quasi delle pellicole fotografiche impresse poi rielaborate in linguaggio poetico. Direi di ritrovarti qui nella tua migliore produzione poetica, tra la pulizia della definizione dei contenuti e la visionarietà del tuo cuore. "Impudicamente" amabile e vero.
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The Flying Dutch
- 15/12/2015 01:30:00
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<<Quelle fête immense de les caresser, ces endroits délicieux du corps humain ! Fête à mourir sans plainte après ! Oui, mon Dieu, laisse-moi sentir lodeur de la peau de ta rotule, sous laquelle lingénieuse capsule articulaire secrète son huile glissante ! Laisse-moi toucher dévotement de ma bouche lArteria Femoralis qui bat au fond de la cuisse et qui se divise plus bas en deux artères du tibia ! Laisse-moi ressentir lexhalation de tes pores et tâter ton duvet, image humaine deau et dalbumine, destinée pour lanatomie du tombeau, et laisse-moi périr, mes lèvres aux tiennes !>>
Il corpo, lamore, la morte. Tutto qui. Buonnatale.
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