Lig E. Norant
- 17/08/2016 08:35:00
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Non entro ora troppo nel testo, credo labbiano fatto elegantemente i precedenti commentatori (e non trovo confliggenti ma complementari gli ultimi due e, a dire il vero, ciò si può ritenere per ogni testo poetico e credo creativo in genere, poiché può ricevere più livelli di lettura ed interpretativi), qui minteressa condividere la commozione per la tenerezza presente in questi versi, poiché si amplifica per chi ti segue già da anni e avverte in sé il cammino fatto, in qualche modo, assieme, condividendo, seppur virtuale, uno spazio "comunitario", non di appartenenza forse ma certo di " respiro"; tenerezza amplificata ancora dal distintivo rigore intellettuale e di stile che ti attribuisco.
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Alberto Becca
- 14/08/2016 20:31:00
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del tutto lodevole ed ammirevole trasporre in versi la neurobiologia, la biochimica applicata all omeostasi (regolazione) cardio vascolare del sangue e dei nostri (benedetti) centri "regolatori" del nostro c orpo, dell organismo: piu la scienza (medica) progredisce e piu aumentano i "buchi neri" cioè i dubbi circa le malattie e il loro decorso, circa il modo in cui ciascun organismo "affronta" le malattie e anche "l invecchiamento" ; rimane del tutto inspiegabile come facciano alcuni soggetti apparetenenti a certe popolazioni, ove le condizioni igieniche sono scarsissime, l alimentazione del tutto squilibriata e l assistenza medica molto precaria, a vivere (o sopravvivere) per 60 - 70 anni; in ogni caso è sempre confortante sapere che si puo amare anche la fragilità, si puo amare la vita anche se la si sente sfuggire di manbo, si puo amare i propri limiti
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