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Commenti al testo di Amina Narimi
Eravamo lievi
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B.Aldo
- 30/05/2017 10:13:00
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se alzi lorlo, sotto i fili d’erba, le ali spiegate.
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Klara Rubino
- 29/05/2017 09:41:00
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Non ve la prendete inutilmente gli uni con gli altri, lha scritto la nostra sublime poetessa allinizio:
Fu lordalia dellamore la pervicacia della follia.
Eravamo lievi... E cosa siamo diventati? Un affannoso sbattere di ali quando. ..invece... se alzi il bordo, sotto i fili d’erba, tra l’oro della polvere e il salgemma, le ali ripiegate intorno al seno sono ancora fradice di luce.
Grazie Amina!
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Loredana Savelli
- 28/05/2017 22:52:00
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BELLISSIMA BELLISSIMA.
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Auro d’Arcola
- 28/05/2017 22:46:00
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Nando, ma era un augurio "letterario", ovviamente...
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QuSP
- 28/05/2017 22:38:00
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Mi permetto di annotare che non è corretto, a mio avviso, uscire dallambito della letteratura per approdare, con un indebito tout court, ad una biografia degli autori, che dovrebbe restare sia al di fuori di ogni esercizio critico testuale sia venire riconosciuto come ambito strettamente privato (si può, quando inevitabile, solo sfiorare ma sempre nellincertezza di ogni definizione di origine esterna).
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Auro d’Arcola
- 28/05/2017 21:21:00
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Allora auguri a Domenico e Claudia per il ritrovato sodalizio...
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L’Arbaléte
- 28/05/2017 14:28:00
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Ritroviate
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L’Arbaléte
- 28/05/2017 14:27:00
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Ma basta! La prendo io su di me, LArbaléte, cenere su cenere, questa verità di poesia che avete reso illeggibile, coi vostri mistificanti e davvero imbarazzanti commenti. È balsamo, vero, ammesso che si abbia a mente cosa sia un cuore ustionato per amore. E io mi chiamo Domenico. E lei è Claudia! Per chi fa finta di non sapere! Vi prego, rileggere questa bella poesia dimenticandovi di voi stessi. Cè il caso che vi ritrovate!
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Leonora Lusin
- 28/05/2017 13:22:00
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Sperando di riportare questa sezione anarchica sezione commenti nellalveo della poesia...
Castellana delle mie dita signora dei miei capelli padrona dei punti dolenti della mia immensa pelle Angelo della mia costola sottratta subdolamente mentre dormivo con le ali delle mie scapole ripiegate
sulla corda lunga del mio intestino sulla gola nera della mia fame sulla zampogna dei polmoni sul tamburo del ventre
cè il sasso ovale del silenzio
ti trascinerò legata con la corda del mio sogno il tatto laborioso aprirà la caverna friabile del corpo e poi il respiro sarà uno solo dallalta torre della colonna vertebrale
Zbigniew Herbert
da "Lepilogo della tempesta" Adelphi 2016
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Auro d’Arcola
- 28/05/2017 11:50:00
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Ehi, Circe sputasentenze, fuori il nome...
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Franco Bonvini
- 28/05/2017 10:12:00
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..perchè sono quei begl angeli che sopravvivono alle glaciazioni e ai diluvi. Il resto è umana umanità
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Franco Bonvini
- 28/05/2017 09:52:00
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Io?? E Amina allora? Gli uomini sono ancora due in uno.. e l angelo celeste ce l abbiamo dentro. E ogni coppia è coppia quando escono quei begl angeli. Diversi forse, ma mettono luce su luce. (forse scopano pure)
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Leonora Lusin
- 28/05/2017 07:51:00
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QuSP, Ma perchè non sgridasti anche Frabon? Lui sì. LAuro in fondo non esponeva con fanciullesco candore, che una verità faticosamente raggiunta dopo anni di frequenza a collettivi di autocoscienza maschile... QuSP, il fustigatore.
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Circe.rediviva
- 28/05/2017 07:27:00
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LAuro si sa è un tardo-petrarchesco QuSp di che ti stupisci? Tutto nel nome è scritto.
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QuSP
- 28/05/2017 06:03:00
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Lo smart spesso non scrive la corretta espressione: limpidezza linguistica, poetica e spirituale; e non limpudenza come erroneamente (me ne accordo solo ora rileggendo il mio commento) il t9 ha "interpretato". Visto che ci sono...: Rimango sempre meravigliato, Amina, della tua erudizione e anche di come in te, diversamente da altre persone colte che io conosco e pure ammiro,il sapere sia profondamente ed intimamente unito alla tua dimensione vitale e spirituale, tutto in te è unito, unitario, terra e cielo, unico fiore, non riesco a dirlo come vorrei, con la stessa chiarezza in cui tutto ciò mi appare.
Ammiratissimo di questa Donna e Poeta, di questa sua " parola", unica e preziosa, autentico dono al mondo dei versi e delle menti, nonché delle dimensioni interiori che ciascuno ha in sé e qualche volta abita.
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amina narimi
- 28/05/2017 01:16:00
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Ogni coppia è Un angelo, nostro gemello celeste e sottile
In principio gli uomini erano due in uno, periferoi, circolari, rotondi, fortissimi e interi, agganciati uno all’altro rotolavamo volto nel volto, con mani e gambe unite- fa dire Platone a Socrate, nel Simposio, su suggerimento di Aristofane … Zeus decise di tagliarli in due per ridurre la loro potenza, così ciascuno divenne il simbolo di un uomo- preso poi a pietà invitò Apollo affinché ricucisse le pelli raggrumandole nell’ombelico. Da allora ogni uomo continua a cercare l’altra sua antica metà d’amore, per metterla insieme, per ricongiungere il Simbolo…il filo che unisce. - mi piace ricordare come nella Grecia antica quando due amici si lasciavano prendevano una scodella e la spezzavano in due, portando con sè il Simbolo Quando poi si rincontravano, se unendo le due parti combaciava ancora l’unità, veniva rievocata l’antica amicizia, la solidarietà.
Questo l’episteme del mio piccolo dire sullo splendore della follia che abita l’Amore, quando grazie all’altro, affidandosi reciprocamente, possiamo scendere nella nostra parte folle, creativa, generativa e primordiale, uscendone entrambi come levatrici e figli, come onde e particelle insieme, riuniti e non solo per il tempo della mancanza.
Ringrazio chi ha portato al cuore le mie parole, tenendomi in braccio
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Franco Bonvini
- 28/05/2017 00:42:00
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Eccola lì.. prima della conquista della posizione eretta.. (verticale a piombo) :)
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Auro d’Arcola
- 27/05/2017 23:03:00
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veramente il primo a commentare sarei stato io e in forme direi spiritualissime, prima che subentrasse il pendolino di annibale... scopare, inoltre, non mi sembra poi così avulso dal contesto, se è vero che si accenna anche a sessi primitivi...
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QuSP
- 27/05/2017 22:54:00
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Sì, Auro, radicalmente diverse: il pdimo sta al secondo come una sequenza casuale di fonemi sta ad un parola di senso compiuto. Mi permetto: credo poi che non sia intonato qui quel verbo, poiché stiamo in uno spazio di altissima limpudenza linguistica, poetica e spirituale che, in tal modo, viene ferita. Perdonate la mia invadenza
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Auro d’Arcola
- 27/05/2017 22:43:00
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è vero, scopare e fare lamore sono due cose diverse...
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QuSP
- 27/05/2017 22:37:00
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Mai credo dalla scrittura poetica dAmina verrà fuori l"erotismo, e non perché non ne abbia sapienza e talento poetico , ma perché in Amina nulla che è Uno può suddividersi, rimanendo stretto ed indissolubile lintimo legame; per cui anche quando parlasse di sesso, ciò non sarebbe mai solo espressione di sé ma anche sostanza di altro, tanto è pura in lei la percezione e dellumano e dellAmore.
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Leonora Lusin
- 27/05/2017 21:31:00
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Arrossita come una quindicenne allevata in convento di monache di clausura...Ma tento un estrema difesa: bisogna sempre capire chi tende il filo...e non dare mai nulla per scontato... Propongo Frabon tra i candidati per il premio al più esilarante commento dellanno. Però Fra, guarda che gli avversari non scherzano.
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Franco Bonvini
- 27/05/2017 21:13:00
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Più che un filo dArianna.. un pendolino di Annibale
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Leonora Lusin
- 27/05/2017 20:56:00
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Leggo solo ora, è talmente bella che adesso me la copio e la porto con me sperando...ancora non ho deciso dove riporla, ma poi te lo faccio sapere. Gioia pura Amina. Eravamo lievi? Ancora lo siamo perchè tutto ritorna al misterioso punto dinizio. Questo forse il senso...riportarci a quella sensazione, un filo dArianna.
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Gil
- 27/05/2017 20:42:00
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Con un volo nellamore la purezza si è bagnata di gioia le ali. Non vi è ritorno a terra degli angeli, se nel cuore il battito è stato il primitivo restare tra il fango della terra e il seno gonfio dacqua quando il monte della gioia ha riversato le sue cascate dove si ricongiungono le mani.
Si sta sempre come di fronte ad un miracolo coi tuoi versi.
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Auro d’Arcola
- 27/05/2017 20:30:00
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e inebriante talmente è il tuo liquore da sospingermi smarrito nel calice affranto del silenzio...
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