Rosamaria Fumarola
- 23/10/2017 01:47:00
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Grazie infinite Franca.Nel mio testo cè tutto quanto mi hai scritto, mi permetto soltanto di aggiungere che in realtà tra il vento ed i personaggi della poesia cè identificazione. Quanto allespressione finale "Non sono stata io", si riferisce alla discolpa dellimputata, infatti un altro titolo della stessa poesia è "Ego me absolvo".Il senso di colpa per ciò che si è stato e la liberazione finale, quel far rientrare il latte versato nel suo recipiente,sono la chiave del componimento. Sono felice tu lo abbia apprezzato. Ancora grazie.
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Franca Alaimo
- 23/10/2017 01:20:00
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Questo della Fumarola è un testo poetico di un fascino singolare, poiché sfugge ad una univocità interpretativa, pur suscitando un impatto emozionale durevole. Lattraversa una vita vissuta nellombra di ciò che, voluto e immaginato, non ebbe mai realizzazione. Nei versi si annidano sentimenti di paura e una percezione sofferta del proprio itinerario esistenziale come uno stare stranito in un mondo poco accogliente. Emblema di tutto fu il vento con la sua instabilità, il suo trascorrere togliendo. E sarà ancora il vento a portare via, dun colpo, la vita. Quando, raccolta ogni cosa nella memoria, sigillato il tempo nel corpo invecchiato, più non sarà importante perché e come si è vissuti, o pronunciare "io" come unico soggetto del proprio essere e fare. Quel "non sono stata io" che chiude questa poesia ha in realtà un significato ambiguo: investe, forse, la responsabilità morale delle proprie azioni; ma, probabilmente, vuole alludere anche al fatto che è impossibile essere ciò che si vorrebbe essere, che lio è un concetto aleatorio in cui si confondono caso e volontà. Bellissimo testo.
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