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Commenti al testo di Klara Rubino
Io Sono Insieme ( il titolo un Mantra di Amina Narimi)
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Klara Rubino
- 25/11/2017 08:07:00
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Buongiorno Giulia, è vero non hai detto che non ti piace, però se anche adesso mi dici che appare come una serie di tante frasi scollegate messe insieme...uno pensa che non ti piace... E vero comunque, non è certo un testo scorrevole, però un significato ce lha; non vorrei spiegartelo, magari lhai colto! Il caso non chiede scusa e permesso, anche per questo mi piace: è più libero di noi dagli schemi e dalle convenzioni; anche un ritmo spezzato può essere uno stile. Ricambio labbraccio e laugurio.
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Giulia Bellucci
- 25/11/2017 07:55:00
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Buongiorno Klara. Vorrei specificare però che io non ho mai detto che non mi piace. Dicevo solo che non assume particolare significato al di fuori della pagina di La Recherche. AppIono solo tante frasi messe insieme, scollegate. Ecco perché mi risultavano come una provocazione anche se tu hai spiegato che non ce n’era l’intenzione. Un abbraccio e un buon fine settimana.
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Klara Rubino
- 24/11/2017 23:14:00
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Ora Noi siamo insieme Bambini eterni Giocatori di confine
Dei limiti giocolieri Eterni sognatori Noi siamo insieme, ora.
Ti voglio sempre bene anchio!
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Amina Narimi
- 24/11/2017 21:56:00
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Noi, siamo insieme, ora
Ti voglio bene sempre
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Klara Rubino
- 24/11/2017 17:56:00
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:-)
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Adielle
- 24/11/2017 17:39:00
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A me piace un sacco!
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Klara Rubino
- 24/11/2017 17:32:00
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Aggiungo, Giulia che forse lesito sarà provocatorio, non lo era lintenzione però; quella la conosco!
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Klara Rubino
- 24/11/2017 17:29:00
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Grazie Giulia per il tuo contributo sincero e disinteressato; anchio ho grande stima di te. A me piace però, anche se non è mia: è senzautore, se non quello del titolo.
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Giulia Bellucci
- 24/11/2017 17:20:00
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Klara, io ho una grande stima di te. Questa tua composizione trova, per me, ununica interpretazione e cioè quella di una provocazione che ha ragione di:esistere solo in questo contesto. Una tale composizione riletta da altri, in altro momento e luogo, non assume alcun senso. Buona serata.
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Franco Bonvini
- 24/11/2017 16:44:00
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Io son stato più fortunato, nessuna statale fuori dal portone, ero in centro e girava solo qualche Topolino o millecento e il Guzzi Falcone del vicino col volano luccicante
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Franco Bonvini
- 24/11/2017 16:39:00
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Ce ne sono di meglio.. Cè un robottino che vaga sulle spiaggie, pieno di sensori, ascolta il mare, la direzione e l intensità del vento, le voci dei bimbi che giocano.. ha un orologio e sa se è l alba o il tramonto, o cè il solleone. Si ispira.. poi scrive poesie sulla sabbia, e le guarda sparire. Lo definiscono un robot inutile. http://www.artribune.com/television/2017/07/video-poet-on-the-shore-robot-yuxi-liu-intelligenza-artificiale/
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Klara Rubino
- 24/11/2017 16:07:00
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Grazie Franco per entrambi i commenti; io, con tutte le città che ho cambiato durante il mio periodo di crescita ho vissuto tutte le esperienze, sempre con la voglia di esplorare, a volte evadere dal recinto, come quando scavalcavo i fossi e mangiavo i cocomeri nei campi, o si esplorava il proprio coraggio, attraverso prove di salti e percorsi sempre più ardui e rischiosi, questo quando ero confinata in un cortile, al di là del quale passava il traffico di una statale; in una cittadina di medie dimensioni invece, potevo giocare in cortile, ed anche nel parco comunale poco distante, ed anche lì si evadeva, organizzando olimpiadi in cortile o scorribande con suonate al citofono in quartieri più distanti allinsaputa dei genitori! In una grande città del nord, stavo solo in casa, il pomeriggio, o mia o di amiche ed ero molto triste, evadevo con i corsi di teatro. Lesperienza più ludica è stata nel paese dei miei genitori dove trascorrevo buona parte delle vacanze estive dai nonni: lì non cerano confini, andavo al mercato da sola, organizzavo io stessa con mio fratello una bancarella allingresso del parco, portavamo a spasso i cani fino alla campagna etc.etc dove la gente si fidava della gente ho assaporato la libertà!
Riguardo le poesie algoritmiche, confesso che finora non me ne sono mai interessata. Adesso ho letto qualcosa di interessante:
https://motherboard.vice.com/it/article/vvbxxd/the-poem-that-passed-the-turing-test
Lopinione che me ne sono fatta conferma il fatto che il sapere accademico è replicabile e contradditorio. Il programma è stato fatto da un uomo e la poesia è letta da un uomo, dunque lumanità non manca. Se la metti in un traduttore questo la disumanizza, di conseguenza lumanità del lettore ha un ruolo fondamentale. Io non sono totalmente contraria, è simile a ciò che a volte faccio io, lho fatto per sminuire lego mio dautore, che non sopporto tanto e sostituirlo con il caso che a volte si fa mistico. La poesia riportata nel sito, che è stata accolta da una giuria di esperti in un giornale universitario neè anche una prova di questo. A tratti è interessante . E il Caso stesso che difende se stesso dalla tecnologia meccanica quando dice
because they love you, love, in fire and wind. Noi ti amiamo nel Fuoco e nel Vento.
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Franco Bonvini
- 24/11/2017 14:33:00
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Per le poesie algoritmiche è vero, a volte non le distingui da quelle umane. Ma le poesie umane le distingui quasi sempre.
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Franco Bonvini
- 24/11/2017 14:27:00
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i cortili sono chiusi e sicuri agli occhi degli adulti.. infatti al mio hanno montato un portone elettrico. E è sempre chiuso. E ogni volta che ci vado ci resto male. Nella mia esperienza di bambino tutta la città era il mondo fantastico. Un giardinetto incolto era una foresta da esplorare, le mura castelli da scalare, e cerano spiazzi con cataste di legna da difendere. Si poteva anche correre sul lago in bicicletta.. quando usciva in piazza.
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Klara Rubino
- 24/11/2017 13:45:00
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Esattamente quello che pensiamo noi dei nostri portafogli quando sono pieni!
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Quattrostraccisullapelle
- 24/11/2017 13:20:00
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Ma i cortili sono chiusi e sicuri agli occhi degli adulti, nellesperienza dei bambini sono il mondo ed il fantastico della loro età.
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Klara Rubino
- 24/11/2017 12:57:00
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È poi non è "linfanzia" ma "il cortile" dellinfanzia : quel luogo chiuso, delimitato... Se il mobdo fosse un luogo sicuro dove potersi fidare dellaltro i bambini uscirebbe dai cortili allesplorazione!
P.s a ne piace tanto...quel verso: irrinunciabile!
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Klara Rubino
- 24/11/2017 12:31:00
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Infatti dopo ho dovuto inserire del mio" Sì, di quest umanità, il senso è che è un passaggio obbligato e necessario alla maturazione della coscienza collettiva, il cadere in quel gioco e crederci fino in fondo, come fanno i bambini quando giocano e poi si litigano i giochi, la fase del "questo è mio, questa è casa mia allora comando io, decido io" quando non è in realtà ciò che davvero conta, è un gioco di società quello del monopoli, conta lo stare insieme. Nel senso quindi di uno stadio di immaturità, necessario però perché si possa da lì crescere!
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Quattrostraccisullapelle
- 24/11/2017 11:57:00
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Certo poni un tema alla riflessione, una sfida ed una provocazione; pensiamo ora: ci sarebbe (anzi cè, poiché credo sia già attualità) differenza tra una poesia umana ed una algoritmica? Ad ogni modo, per quanto tu abbia "pescato" tra i titoli di altri poeti, si avverte, con piacere, la tua regia e il tuo gusto; solo un verso mi stride e molto: "Il portafoglio è il cortile dell’infanzia", poiché mi piace pensare alletà celeste come letà più libera interiormente dal senso del denaro.
Ciao, KLarissima!
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Klara Rubino
- 24/11/2017 11:26:00
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Lo sapevo che ci doveva essere una poesia scritta dalla coscienza collettiva, nella nostra inconsapevolezza personale di singoli!
Questa volta ho dovuto fare più modifiche, spero che nessuno rimanga risentito del fatto che sia composta dai titoli (tranne lhaiku di Salvatore Pizzo che ho inserito per esteso) delle poesie di altri autori, quelle pubblicate in questultima pagina...forse le ultime avranno già sconfinato nella seconda...
P.s Non sono riuscita ad inserirle proprio tutte, ma almeno una per ogni autore sì!
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