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Commenti al testo di Laura Turra
Se lamore un discorso
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Laura Turra
- 11/07/2018 14:45:00
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Non so come dirti grazie nuovamente Rosa, se non con un grande abbraccio per la tua affezionata lettura.
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Rosa Maria Cantatore
- 11/07/2018 14:39:00
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dopo ciò che hanno detto coloro che mi hanno preceduta, cosaltro potrei aggiungere, che non fosse banale?
Forse, solo che ti ho sentita molto vicina in quellaspirazione, non solo poetica ma soprattutto profondamente umana, ad "allontanare la notte".
Ciao, Laura :)
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Laura Turra
- 11/07/2018 13:54:00
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Grazie tantissimo, Fausto, per avermi regalato il tuo pensiero, la tua visione. Sempre lieta e onorata di averti qui in questo mio spazio. A presto
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Fausto Torre
- 11/07/2018 13:44:00
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se ciò che è è mortale, allora non abbiamo alcun fondamento su cui poggiare il destino: per fortuna lamore non è un discorso, discorso in quanto linguaggio di cui sia possibile perdere traccia; piuttosto è un ente, in quanto come tutti gli enti si trasforma, quindi immortale - non esiste alcuna scienza, in quanto sapere, capace di fornirci gli estremi esatti di qualunque trasformazione, quindi neanche del suo eventuale eterno nulla. Dunque il destino prova che lamore non può essere nulla -
Al di là della vaga interpretazione, mi piacciono le tue domande, colme di grazia e allo stesso tempo terribile innocenza.
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Laura Turra
- 10/07/2018 20:24:00
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Sommessamente ti dico grazie, Gil, per tutta questa bellezza di significato che hai voluto esprimere. Ti abbraccio con il mio affetto
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Gil
- 10/07/2018 19:57:00
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Tutta la poesia è davvero bella, ma la chiusa è di per sé un capolavoro, qui è la vetta concettuale e lanima dellintera composizione.
Laura, noi non sappiamo che cosa sarà di noi, né sappiamo con la ragione dellesistenza di Dio, però "sappiamo" che sia lesperienza dellamore sia lesperienza di Dio sono "vere" ovvero hanno per il soggetto che le esprisce la stessa evidenza di altre esperienze; non parlo di un mero sentimento o sentire, ma proprio di quella molteciplicità di aspetti che compongono appunto lesperienza dellamore e di Dio, credo ciò che i filosofi ricondurrebbero o riconducono alla fenomenologia; per questo credo che anche fosse solo un discorso e non un destino, quindi nel nulla che profila un orizzonte disperante e senza più un tempo ulteriore di conoscenza e di amore, la parola comunque sarebbe una "parola salvifica" dentro limmanenza e la finitudine del nostro vivere, sarebbe il "logos" profano della nostra esistenza, pur sempre una profezia da "terra promessa".
Concedimi di dirtelo: sei meravigliosa, stupenda; una voce poetica quasi solo di cielo, ma è in quel quasi tutta la tua bellezza, poiché ti dona la grazia di esserci prossima.
Ti abbraccio
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