Gil
- 11/11/2018 08:03:00
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Il tocco magistrale del poeta è questa costruzione del testo, non solo per la bellezza dei versi e del tema che il testo propone, ma anche proprio per questa "strutturazione" poetico-doscorsiva. La prima strofa introduce e metaforizza la seconda, dove quel "va perdendosi" dice della possibilità di essere felici ma quando la stagione della vita era quella delle promesse e non di questo "strano novembre/che ha versato/acqua su acqua", e quanto è bella qui la trama dimmagini: i passeri, le briciole, la speranza, la vita quella trattenuta, sottratta agli strappi; tutto ciò a dire di un anelito profondo del nostro esistere alla pienezza e alla pienezza della felicità, che tuttavia, entriamo ora nella seconda strofa, malgrado il declino stagionale dellanno, quel volgersi dello sguardo verso un orizzonte che, inesorabilmente, appare sempre più vicino (lanzianità, la vecchiaia), ci sono ancora i segni che dicono della primavera, che dicono dellestate e che sono ancora "in questo tempo sottile/– lontano – sotto poche foglie/ rimaste come il bacio in sospeso tra la mia pioggia e il tuo sole" quellattesa dellaltro nellamore, che, se non è un ritorno al passato della vigoria giovanile e adulta, è comunque pur sempre lardore di una primavera interiore, di unestate dei sensi che nellamore, poiché questo viene suscitato e attinge da sorgenti interiori inesauribili, è sempre possibile e così potente da trasfigurare il corpo anche nella sua età autunnale, nella stagione delle foglie perdute, sicché quella pioggia baciata dal sole diventa luce e calore, rinascita di cuori e sensi. Una poesia davvero molto bella, unaltra prova del genio poetico della Turra, una voce talentuosa ormai riconosciuta tale da molti (basti a ciò, ma non è questo che importa a lei, a noi suoi devoti lettori né alla Poesia, leggere il numero dei suoi lettori a pochi giorni dalla pubblicazione di un suo testo: ciò è significativo), qui capace di far coincidere lo sguardo del cuore (la Natura che le è cara) con lanima (il sentimento che nutre verso laltro/Altro da sé). Non è più leggere un poeta, qui è camminare con un poeta, i suoi versi diventano parte di un laico "breviario" del nostro andare nelle vie della nostra esistenza.
Dev.mo Tuo
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