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Commenti al testo di Elsa Paradiso
I giochi sulle macerie
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Elsa Paradiso
- 30/03/2019 12:37:00
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Cara Klara, mi piacerebbe sì recitare una mia Poesia in audio, ma non sono ancora “attrezzata”.
Quando mi capiterà una nuova presentazione ti terrò informata anche se , per ovvi motivi, conta la collocazione del luogo.
A tal proposito ti dico che l’ultimo mio romanzo, “La guerra di Nora “ - Maria Pia Damiani – Robin Ed., l’ho presentato proprio questo mese: precisamente giovedì 14, presso il Circolo dei lettori di Torino assieme a Federico Audisio di Somma che l’ha scelto e splendidamente spiegato.
Un nuovo saluto e un nuovo grazie!
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Klara Rubino
- 30/03/2019 09:12:00
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Buongiorno Elsa, condivido pienamente il tuo pensiero:" Amo essere sincera, poi ognuno può pensare quel che crede. " ...e pure ciò che segue, cioè " amo recitare". Sono molto curiosa di sentire la tua voce, ascoltarti, essere partecipe di quella magia...mandami un invito la prossima volta che presenterai un tuo libro! ...Nel frattempo sarebbe bello per me poter ascoltare un audiovoce, ma solo se ne avessi tempo o voglia! È vero che la tua scrittura ha una musicalità sua che viene battuta soprattutto in finale di verso, ma era, la mia, una lettura a fini non estetici, ma espressivi, per far emergere più chiaramente, secondo la mia sensibilità, il senso emotivo della poesia. (È stato involontario loi scrivere "volto" al posto di "canto"). Ti rinnovo i complimenti per questa tua composizione, particolare e penetrante.
Un caro saluto Elsa!
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Elsa Paradiso
- 30/03/2019 07:59:00
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Gentile klara,
ti ringrazio per aver “scandito” diversamente questa Mia. L’hai fatto secondo la tua personalità, come credo sia giusto. Invero hai specificato: “Come l’avrei scritta”. Nel complesso mi è piaciuta, anche se ritengo che la seconda strofa manchi di musicalità (inoltre, proprio in tale strofa, hai riportato “ volto volto al ritorno”, anziché “canto volto al ritorno”).
Ogni Mia (orizzontale, verticale, "cruciverbale"), piaccia o non piaccia, ha un particolare incedere ritmico e musicale che, se l’attenzione non manca, si riesce facilmente ad individuare. E quindi costituisce marchio d’autore.
Amo essere sincera, poi ognuno può pensare quel che crede. E amo recitare i miei testi, come facevo un tempo a scuola di teatro, e sul palco con testi di altri. Infatti, quando mi capita di presentare un mio libro … lo faccio sempre volentieri. Col pubblico, in quei momenti, si diviene cosa unica , ospiti di una magia.
Ti lascio un caro saluto.
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Klara Rubino
- 29/03/2019 09:21:00
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Anchio lho letta più e più volte, man a mano, immaginandone la lettura e la corrispondente versificazione, quella che sarebbe a me spontanea, mi si faceva più chiara, trascinante nelle emozioni, gesti, attese, ricordi. . . trovandola estremamente suggestiva. ...non è una piccola cosa questa tua poesia. ... al contrario è penetrante, pur essendo lultimo verso straniante, tagliente.
ti mostro come lavrei scandita :
Senza paura né tregua, sentire lodor della terra, il piccolo legno a segnarla su radura selvaggia, accucciata: sorvolando fantastici mondi, facendola mappa.
Senza un chi e un dove, lascolto di schiocchi, dintorno, nel mistero che salza, alla brezza e lattimo tacita alle cicale; il volto volto al ritorno.
E grida festose sui fianchi che entrano in testa, i giochi sulle macerie come posto di festa con l’erba comune attaccata anche in faccia.
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Intanto passava la strada, qualche gatto randagio a carezza, il branco che andava alla macchia. Vicina, la cava del mare emanava barbagli: del prima , del dopo, del niente, legati a una piccola bambola che tra le braccia non c’era.
Ma credevo il mio corpo immortale
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Elsa Paradiso
- 28/03/2019 06:33:00
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Salvatore, ti ringrazio per aver gradito questa mia “cosina”: si è trattato di un momento di nostalgia.
A Genova, le macerie sono state tolte dopo gli anni ottanta. Me ne ho notata ancora qualcuna … vicino al porto.
Un caro saluto.
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Salvatore Pizzo
- 28/03/2019 02:33:00
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Lho letta e riletta, trovandola di una bellezza molto suggestiva:un vero incanto. Mi ha richiamato alla mente una mia vita remota, quando bambino, andavo a giocare tra le macerie, immaginandoci storie drammatiche. Allora si parlava ancora di guerra e bombardamenti. E non mi sembrava fuori dal mondo che, quelle rovine, ne fossero testimonianza permanente. Così, la chiusa di questi tuoi sentiti versi, mi ha rimandato alla tragedia del vivere, quando viene meno il senso di immortalità che ci appartiene. Ciao
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