Dedalus
- 21/03/2020 22:42:00
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Lirica che sa di sofferenza, quella oscura fame di libertà cui ora forzatamente dobbiamo rinunciare, ci impone dei punti di domanda, interrogativi che non trovano risposta. Il dramma del momento con tutte le sue tragiche conseguenze ci sta abituando ad una diversità comportamentale che allontana i figli "non più coccolati" per paura, e che ci fa veder gente che non sabbraccia più incontrandosi e che si scambia un cenno di saluto da lontano. E quando tutto questo sarà finito riusciremo a ritornare ad esser come prima? Ecco dove vuol condurci la poetessa. É questa la domanda che ci spinge alla riflessione ma anche ad una velata speranza. Testo che merita un plauso per la profondità del concetto e per lintento che si prefigge oltre naturalmente alla eleganza della scrittura e del linguaggio.
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