Laura Turra
- 28/07/2020 20:49:00
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"...sapere attendere danzando come l’erba sia mettere gli occhi fino in fondo all’amore." Amina, la tua lingua attinge alle profondità del tuo essere, una voce che riconoscerei tra mille. Tu non sai come leggerti mi riempia di gioia. Grata, ti stringo le mani tra le mie.
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Amina Narimi
- 28/07/2020 16:17:00
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Galban, jardo tra il verde e l’arancione il tuo pendente giallo etiopico Così ardente da essere considerato dagli ebrei simbolo di vecchiaia, di maturità di esperienza, l’infanzia è l’inverno, mentre l’amata citrinitas nell’alchimia,è il passo successivo all’albedo e precedente la rubedo i Padri raccomandano di mantenere viva questa tensione, il suo calore, di non spegnere lo Spirito, di coglierne la grazia ogni giorno. Abba Poimen disse: "Cè una voce che grida alluomo fino allultimo respiro: Oggi convertitevi!". La parola chiave per i padri del deserto è questo ricominciare. E ricominciare ogni giorno. Ricominciare dopo ogni caduta, nel pieno del giallo fino all’ultima pioggia. “Un monaco incontra un altro e gli chiede: "Come mai cosi tanti lasciano la vita monastica? E il secondo monaco risponde: "Avviene nella vita monastica come di un cane che insegue una lepre: le corre dietro e in questa corsa grida e abbaia; molti altri si uniscono e corrono tutti insieme, ma a un certo momento tutti quelli che non vedono la lepre si stancano e uno dopo lalto si perdono; solo quelli che la vedono corrono fino in fondo ". Il racconto conclude così "Solo chi ha messo gli occhi sulla persona di Cristo può perseverare fino in fondo". Ecco L’aura io credo che quel digiuno sia per noi una sorgente che le tue mani ardenti siano un refrigerio che sapere attendere danzando come l’erba sia mettere gli occhi fino in fondo all’amore.
Ti abbraccio gli occhi
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Gil
- 27/07/2020 07:45:00
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Ad un poeta, e Turra è notevole poetessa, basta poco, pochi versi, pochi tocchi - poi si può arrivare alla Cappella Sistina, ma sempre rimane vero che per lunivetso tutto si è condensato in un "fiat" - per dire limmenso, non del mondo, ma dellanima che ha "consumato" in dolore e gioia il suo stare nel mondo, ed è questo il miracolo del linguaggio, qui il miracolo del miracolo della poesia. Ecco allora lincipit, quel "poco", invero la formula perfetta, che imtroduce e dispiega il tema, che non è lapparente estate, ma il rapporto tra il digiuno delle labbra e lattesa della pioggia ovvero il tema relazionale tra lio vivente, un continuo appello allAltro, e appunto lattesa della venuta dellAltro, che sia la pioggia per il digiuno delle labbra, il tu desiderato oppure ancora Dio, il Totalmente Altro, poiché non nasconde la Turra la sua religiosità, la sua fede, e a noi la rivela la chiusa con quell"estrema carità", ché la parola "carità" è tutta pregna di una tradizione cristiana della vita e della sua visione. Sì, una bella poesia, una scrittura poetica compiuta in bellezza.
Un abbraccio forte
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