Dedalus
- 09/11/2020 21:05:00
[ leggi altri commenti di Dedalus » ]
Perdura, a mio avviso, quel chiedersi "perché?" anche in questa lirica in cui notiamo, oltre allermetismo cui lautrice ci ha assuefatti, una sorta di senso del tragico e del melanconico. Abbiamo limpressione che lanima della poetessa si ammanti di uno squallore incurabile, dovuto al quotidiano, dal quale la sua poetica viene permeata "Lì dove non ci sono più spine/sarà penuria del verbo/Avrò fame del nulla" e sembra che lei ora voglia chiedersi "é inutile la poesia?". Ma sappiamo bene che non è così, infatti per lei scrivere vuol esser senso imperioso di fronte allincombente che grava di non lasciarsi sopraffare, un puntare i piedi davanti al baratro e come sempre il tutto condensato in pochi versi.
|