Dedalus
- 11/11/2020 22:49:00
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Lirica in cui il rassegnato verismo del quotidiano sfiora la disperazione del vuoto abissale e la poetessa insegue la poesia in un ruolo di prostrazione "Il mattino è fugace/l’istante che basta/a riempir la bisaccia pel viaggio". Desideri, aspettative sono in quella "bisaccia" con cui sincammina come un titano e le sue lancinanti torture, e sembra che tutto crolli e che in modo irrimediabile il terreno frani sotto i suoi piedi. Leggendo questa lirica mi tornano in mente alcuni versi di Leopardi e dellimmensità del suo pessimismo. In quel suo "scarno bagaglio" non ci son le cose che ama (e qui si avvicina alla Merini quando racconta della sua vita ad unintervistatrice), ma insieme a quelle cose ci sono "sogni invisibili veli/a mascherare gli strappi". Testo che è di una bellezza stupefacente.
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