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Commenti al testo di Redazione LaRecherche.it
Ali nere (inedito)
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monica martinelli
- 20/03/2011 00:16:00
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Ciao Francesco, questa è una poesia solenne, impegnata, sincera. Un grido disperato ma di speranza che ci ricorda che non bisogna mai rassegarsi... monica
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Francesco De Girolamo
- 14/01/2011 00:36:00
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Sono completamente daccordo con te, Sara, anche quando dici "nel bene e nel male", riferendoti alla ricerca della realizzazione delle grandi utopie della nostra Storia. Forse erano effettivamente irrealizzabili, ma hanno comunque alimentato speranze fondamentali per il progresso della nostra cultura e la difesa della nostra civiltà. Al riguardo voglio citarti una frase di uno scrittore che mi è molto caro, Eduardo Galeano: "Lutopia è come lorizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi. Lorizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve lutopia? A questo: serve per continuare a camminare." Grazie della tua bellissima, confortante testimonianza. Francesco
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sara dimatera
- 13/01/2011 19:40:00
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Ho sempre creduto che siano state le grandi utopie che abbiano fatto grande la storia nel bene e nel male e continuo a pensare che la più grande utopia che alberga dentro ognuno di noi, sia la speranza. I suoi versi scuotono gli animi più sensibili e carica di speranza giovani che come me, inseguono il sogno di un futuro migliore. Sara Dimatera
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Francesco De Girolamo
- 13/01/2011 15:40:00
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Grazie, Maria: in compenso hai senzaltro, per me, una tua personalissima sensibilità poetica, appassionata e ricca di fiera innocenza, creativa e civile. Inconfondibile, più del nome... Davvero un bellissimo sogno, il tuo. Francesco
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Maria Monaco
- 13/01/2011 14:55:00
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Sono "Non ce lho" E intendevo dire: non cè lho il nominativo di registrazione. In realtà sono Maria Monaco.
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Non ce l’ho
- 13/01/2011 14:30:00
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Speriamo. E aggiungo, in particolare,un augurio alla nostra città: Questa notte t’ho sognata, regina. Ed eri talmente sporca che il cielo ha preso a farti la doccia. Prima piano, con musica dolce, poi forte, con musica a tutto volume, senza badare alle tue urla disperate, dicendoti, severo: «Così impari a sporcarti di meno». Finché non sei diventata come lui ti voleva: tanto linda da sembrare acqua pura tanto leggera da far fatica a rimanere in terra tanto splendente da far invidia alle stelle tanto regale da indurre la tua forma segreta a uscire allo scoperto tanto raggiante da oscurare il sole tanto variegata da rendere impossibile la conta dei colori tanto umana da invitare tutti i bambini del mondo a bere il latte dalle tue mammelle tanto festosa da indurre i giovani a fare la quadriglia nelle tue piazze tanto bella da oscurare la stessa bellezza.
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Francesco De Girolamo
- 12/01/2011 23:51:00
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Hai aggiunto molto, invece, secondo me, Roberto, con grande limpidezza, profonda sensibilità e gentilezza squisita. Grazie davvero. Francesco
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Roberto Perrino
- 12/01/2011 20:26:00
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Non sono in grado di aggiungere molto ai commenti appassionati ed autorevoli gia fatti, se non dire lapprezzamento per questa bella "lettera" che ciascun padre desidererebbe scrivere ai propri figli, per instillare fortezza e speranza, il senso forte di una affermazione di civilta che il mondo fatuo della comunicazione di massa va sgretolando, quando ci propina la retorica della storia e della guerra, ma anche della pace. Il tutto scandito da versi asciutti e ritmati, che lasciano limpronta al loro passaggio.
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Francesco De Girolamo
- 12/01/2011 19:48:00
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Splendido e prezioso, il tuo intervento, Eugenio, per lestremo acume esegetico e la sua impeccabile eleganza. Ti ringrazio davvero infinitamente del tuo generoso, autorevolissimo consenso. Francesco
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Francesco De Girolamo
- 12/01/2011 19:27:00
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Che enorme piacere mi fa la tua gentilissima "visita", qui, Antonio, dopo un po di difficoltà a incontrarci in rete! Ti ringrazio di tutto cuore e ricambio fraternamente il tuo forte abbraccio. Francesco
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Eugenio Nastasi
- 12/01/2011 19:15:00
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E inevitabile riprendere qualcosa da Franca Alaimo quanto osserva che la chiave civile del dettato di questa splendida lirica va a spasso con la struttura poetica di elevato tenore: Francesco affida,"spes contra spem", e dedicandola al bene prezioso che è la figlia, ai suoi versi una una meditazione poetica di autentica democrazia, che siamo in tanti a condividere, perchè non si corra il rischio di vedere solo "ali nere" giustificate a circolare e a blaterare dalla vanesia insipienza del governativo. E poi quel timbro esemplare dellendecasillabo,di un cantabile che è già unaffermazione di libertà!
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antonio meneghello
- 12/01/2011 11:20:00
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Carissimo Francesco, grazie per la tua poesia che ci invita ad aprire le ali, verso lorizzonte, insieme. Un abbraccio forte forte, vostro affezionato, Antonio M.
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Francesco De Girolamo
- 12/01/2011 00:15:00
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Sì, Maria Grazia, "ostinatamente DIRE", mi piace moltissimo questo motto, in senso sia poetico che civile. Ti ringrazio infinitamente. Francesco
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Maria Grazia Cabras
- 11/01/2011 19:38:00
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Caro Francesco, condivido le tue speranze, sempre e comunque, con forza
Scrivere significa anche resistere ostinatamente "dire"
Grazie per questi versi così pregnanti, autentici, vivi.
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Francesco De Girolamo
- 11/01/2011 18:50:00
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Scusate, lemozione, a volte, anche di fronte al pc, annebbia la mente e la vista: "...condivisione DELLA mia tenace speranza." Un caro saluto a tutti. Francesco
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Francesco De Girolamo
- 11/01/2011 18:25:00
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Ancora grazie infinite a tutti, sono davvero "in volo" per la vostra appassionata condivisione alla mia tenace speranza. Francesco De Girolamo
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Giuliano Brenna
- 11/01/2011 18:14:00
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semplicemente bellissima e piena di speranza!
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Miriam
- 11/01/2011 18:12:00
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Ma sento troppe voci rassegnate al ritorno dei barbari, al dominio di queste loro onnipresenti armate, con le insegne aggiornate di quell’odio griffate sopra fibbie ed alamari......... bellissima già dai primi versi coinvolge e penetra per i suoi alti contenuti, un monito e un grido di dolore che cerca e spera in un mondo migliore....speriamo di svegliarci una mattina.....
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nadia agustoni
- 11/01/2011 17:20:00
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Molto bella e di una autenticità che scuote, come sempre le cose autentiche. Grazie Francesco.
nadia agustoni
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livingston
- 11/01/2011 01:36:00
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Che cosa potrei dire di fronte a delle letture tanto sensibili, generose, competenti, raffinate, penetranti, di questo mio testo poetico che ha avuto lonore di essere da oggi ospitato in questo autentico spazio di incontro e confronto culturale, così vivo e prezioso? Forse soltanto un grandissimo GRAZIE, di cuore, a tutti: ai Lettori, agli Amici, ai Redattori, per questa profondissima emozione, che serberò gelosamente dentro di me davvero molto a lungo. Francesco De Girolamo
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Sandro Angelucci
- 11/01/2011 00:07:00
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Capita raramente di imbattersi nella vera poesia: questa, di Francesco De Girolamo, lo è. Non le serve altro perché, subito, alla prima lettura si fa riconoscere. Mi piace associarmi (e lo estendo ai miei figli) allaugurio che il canto del cigno nero sia sempre più melodioso come segno della sua fine imminente, così come mi associo totalmente a quanto asserito - con la consueta bravura - da Franca nel suo commento.
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Erik Ramella Pralungo
- 10/01/2011 23:25:00
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grazie per averci offerto"il piacere del coraggio" in un testo raffinato dal sapore di antico impegno e poetica eleganza...per lopportunità dataci di riflettere e di scoprir il velo ricordandoci da che nasce un cigno, guardandoci da chi in tempi di carnevale, veste di barbari costumi e soffia lallarmi in bovini corni per propiziarsi lali daquile crociate.ciao Francesco con grande stima...
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Federica Galetto
- 10/01/2011 20:46:00
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Il tuo impegno civile, la tua Poesia, raffinata e fruibile allo stesso tempo, rendono sempre la lettura dei tuoi testi unesperienza profonda. Con stima immutata, ti saluto caramente Francesco.
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Franca Alaimo
- 10/01/2011 18:47:00
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Finalmente una poesia di autentico impegno che non dimentica di essere, innanzitutto, un prodotto poetico. Capita spesso, infatti, di leggere molti testi "poetici" impegnati, che hanno piuttosto il tono e la veste formale di un discorso retorico, ideologicamente troppo "de-finito", non troppo lontani da un brano giornalistico. Questa è, soprattutto una poesia nella struttura, nelluso del metro classico dellendecasillabo, in più versi perfetto, nelleufonia del lessico e delle rime spesso interne. Credo, insomma, che proprio la poesia sia il genere per eccellenza di un proficuo incontro tra etica ed estetica; poiché il bello è buono ed il buno è bello secondo unintramontabile legge che le ( intendo alla poesia ) intrinseca. Solo in questo modo una poesia impegnata smette di essere "cronaca" e può assumere unimpronta più universale, un messaggio sempre contemporaneo, secondo la definizione di classico coltivata da più di un intellettuale. Grazie, Francesco, e sono contentissima del tuo "approdo" in redazione. Sei un poeta vero e, dunque, saprai essere un critico sincero: auguri!
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Nando
- 10/01/2011 18:02:00
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"Non ho mai smesso di ostinarmi a credere": E una lezione anche per me, adulto già vecchio.
Un saluto
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Vincenzo Mancuso
- 10/01/2011 17:31:00
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E vero sono versi senza tempo.Per Francesco scrivere è vero "impegno".Sempre prossimo, lucido, coerente.Arrivasse un testo così al cuore di qualche nostro becero politicante.
Bel posto la Recherche;)
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maria.musik@larecherche.it
- 10/01/2011 17:27:00
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Non ha molto da lasciare ai posteri questa nostra generazione. Un dono prezioso quello che hai offerto a tua figlia. Che tu fossi uomo di pace lho potuto apprezzare già leggendo i tuoi haiku in "Fruscio dassenza". Qui la lirica si fa "diversamente" densa ed esplicita: è speranza, monito, preghiera e "cospicua eredità".
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Maria Grazia Galatà
- 10/01/2011 16:15:00
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Raffinatissimi versi che rimarranno nel tempo come pochi ad oggi . Grazie Francesco Maria Grazia Galatà
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leopoldo attolico
- 10/01/2011 13:04:00
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Qui Francesco ci invita a realizzare la speranza e ci riesce , raccogliendo non solo lincisività della parola , del segno poetico , ma anche lossessione che ci coinvolge a partire dai turbamenti personali a quelli collettivi . Ossessione che indica , denuncia , riassume con rara ( diciamolo ) efficacia e fervore civile .
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roberto matarazzo
- 10/01/2011 08:12:00
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tua figlia sarà orgogliosa di te qwuando, forse tra un po di tempo, leggerà versi di umanesimo profondo, colto e raffnato, felice di condividere amicizia bella e sincera, un caro saluto, tuo r.m.
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Loredana Savelli
- 10/01/2011 06:32:00
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Una speranza fiera e condivisibile. Riflettevo: dobbiamo contribuire a creare il vuoto perché il cigno nero non trovi sostegno per volare. Dobbiamo fare piazza pulita delle "grida che lo acclamano". Questa non è rassegnazione.
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