Dedalus
- 13/09/2021 21:06:00
[ leggi altri commenti di Dedalus » ]
È un narrare che si leva piano, spento, quasi a voler confermare una resa di fronte ad eventi avversi ai quali nulla può essere contrapposto "Poi giunge il tempo/in cui deponi le armi". Tutto ciò che circonda il narrare della poetessa ci ricorda un luogo chiuso senza vie di fuga, senza libertà di respiro, senza quegli spazi in cui il pensiero vola e si libra "Qui è come un carcere"; ed al di sopra di tutto lo squallore che avvolge ed ammanta ogni cosa ed oltre lo scoramento che deprime la volontà sovrasta un "gracchiare di cornacchie" che raffigura quello che con tutta probabilità potrebbe essere un chiacchiericcio molesto. In questa scrittura si rileva nettamente quel suo attaccamento ad un mondo in cui lei ha sempre operato e vissuto e di come tutto il superfluo disturbi la liricità del luogo che assume semanticamente un significato che vedremmo in scenari daltri tempi. Molto molto bella.
|