Dedalus
- 26/11/2021 20:59:00
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È come vedere un sottile filo che unisce quasi tutte le scritture di questa autrice, una presenza invisibile, un essere che sembra visione improvvisa che subito scompare, tenerezza, ed a volte solitudine ed altre speranza, sentire che apre ad un mondo simbolico ma sempre presente nella memoria. E quando narra del suo vivere dice "Nulla ora bramo se non che resti un segno/tra i solchi del tempo _al passaggio_/di me e dell’inquieto mio peregrinare", ed a noi vien da pensare a come quel suo vivere sia imbastito "tra ladagio e lallegro" di quelle emozioni che regolano il vivere di un essere pensnte. Emozioni che vanno in balia del vento e che giungono forti a noi lettori che leggendo il finale ci chiediamo di quel "Figlio_ seppur non generato_" chi sarà mai? Non è la prima volta che la poetessa cinduce a porci domande che non trovano risposta. Composizione che merita di risiedere nella pleiade della poesia.
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