Vincenzo Corsaro
- 08/09/2022 17:06:00
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Cara Rosetta, questi tuoi versi li ho sentiti e apprezzati molto perché sono vicini al mio sentire, senza considerare ciò che trasuda da essi e latmosfera che li incornicia. Molte volte la vita si prende gioco di noi, ci crea delle illusioni per poi lasciare dentro noi un cumulo di macerie.
Dolci erano i venti, come carezze di primavera. Dolci le piogge, come lacrime del paradiso. Dolci gli anni che trascorrevano felici, che mai accennavano alla devastazione del dolore.
Adesso sono pioggia dacciaio e tuoni di solitudine, come una tempesta che lacera il cuore...
un pugno lo stringe, lo fa gridare in una morte infinita, una morte perpetua, grida eterne... grida che cantano silenti lagognato oblio.
Ti auguro una serena serata :)
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Gil
- 07/09/2022 22:13:00
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Labilità poetica ovvero lo stigma della poesia è, a mio modesto parere, proprio nella capacità dellautore, certo talentuoso, di rappresentare un tema non sovrapponendolo al testo, ma lasciandolo trasparire sia in filigrana sia come chiave di lettura posta a lato e non più "necessaria" alla lettura del testo stesso; e qui possiamo affermare dincontrare un esito poeticamente felice.
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