Vincenzo Corsaro
- 27/04/2023 17:51:00
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"Aveva un grande peso e una ferita che aveva una sua bellezza. Le ferite sono come i fiori della notte, molto più belli di quelli di un giorno qualunque, ma con spine come chiodi roventi. Nonostante il dolore, non sembrava vivere e nemmeno morire. Forse per via di quella speranza dipinta da chimera, legata come un codino sullanima e lunga fino alla fine dei giorni. Per lo squarcio che si apriva a ventaglio sul torace, o forse solo per il modo in cui viveva, molto simile alluomo che lo portava e che scivolava fra i cespugli della vita dando limpressione di non spezzare un rametto, di non piegare uno stelo derba, dove ogni goccia di rugiada racchiude luniverso. Forse perché aveva labitudine di sentirsi colpevole anche per le cose di cui non era responsabile, dando così al destino un terreno fertile in cui affondare il proprio aratro.[...]"
Le ferite sanguinano per un pò, ma poi si cauterizzano e diventano i germogli da cui rinasciamo. Un sorriso :)
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