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al testo proposto da Loredana Savelli
Da Tre cavalli (Feltrinelli 99, p. 41)
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Ci sono creature assegnate che non riescono ad incontrarsi mai e s'aggiustano ad amare un'altra persona, per rammendarne l'assenza. Sono sagge. Io a vent'anni non conosco gli abbracci e decido di aspettare. Aspetto la creatura assegnata. Sto vigile, imparo a scorrere le facce di una folla in pochi istanti. Ci sono sistemi che insegnano la lettura veloce dei libri, io imparo a leggere una folla al volo. La setaccio, la scarto tutta, neanche un grano di quelle facce resta nella retina. So sempre che lei non c'è, lei, la assegnata. Non ho un ritratto in testa da far combaciare sopra una faccia, no, l'assegnazione non dipende dagli occhi, anche se non so da cosa. Aspetto di incontrarla, per saperne la figura. Aspettare. Questo è il mio verbo a venti anni, un infinito asciutto che non sbrodola di ansia, non sbava speranza. Aspetto a vuoto.
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