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La terra

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Senza immagine Dio vaga in paradiso

ma preferirebbe fumarsi un sigaro

o mangiarsi le unghie, e così via.


Dio è il proprietario del paradiso

ma agogna la terra, le grotticelle

assonnate della terra, l'uccellino

alla finestra di cucina, perfino

gli assassini in fila come sedie scassate,

perfino gli scrittori che si scavano

l'anima col martello pneumatico,

o gli ambulanti che vendono i loro

animaletti per soldi, anche i loro

bambini che annusano la musica

e la fattoria bianca come un osso,

seduta in braccio al suo granturco e anche

la statua che ostenta la sua vedovanza,

e perfino la scolaresca in riva all'oceano.

Ma soprattutto invidia i corpi, Lui che non l'ha.


Gli occhi apri-e-chiudi come una serratura

che registrano migliaia di ricordi,

e il cranio che include l'anguilla cervello

- tavoletta cerata del mondo -

le ossa e le giunture che si giungono

e si disgiungono - e c'è il trucco -, i genitali,

zavorra dell'eterno, e il cuore, certo,

che ingoia le maree rendendole monde.


Lui non invidia più di tanto l'anima.

Lui è tutto anima, ma vorrebbe accasarla

in un corpo e scendere quaggiù per farle

fare un bagno ogni tanto.











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