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al testo proposto da Loredana Savelli
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Anillos de ceniza
(a Cristina Campo) Son mis voces cantando para que no canten ellos, los amordazados grismente en el alba, los vestidos de pájaro desolado en la lluvia. Hay, en la espera, un rumor a lila rompiéndose. Y hay, cuando vien el día, una partición del sol en pequeños soles negros. Y cuando es de noche, siempre, una tribu de palabras mutiladas busca asilo en mi garganta, para que non canten ellos, los funestos, los dueños del silencio. * Sono le mie voci che cantano affinché non cantino loro, gli imbavagliati grigi nell’alba, i vestiti di un uccello devastato nella pioggia. C’è, nell’attesa, un rumore di lillà che si rompe. E c’è, quando arriva il giorno, una partizione del sole in piccoli soli neri. E quando è notte, sempre, una tribù di parole mutilate cerca asilo nella mia gola, perché non cantino loro, i funesti, i padroni del silenzio. (testi tratti da Trame di letteratura comparata, diretta da Franco Buffoni, anno IV, 2004, numero 8/9, traduzione di Florinda Fusco) |
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