LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Marina Pacifici
|
|||
Riposa il paese nel primo mattino di sogni e rugiada ammantato. In lontananza riecheggia nell’insonnia vagabonda qualche passo sul selciato. Tutto tace nella fredda carezza novembrina come in un piccolo, antico, dimenticato presepe. Dolce nenia in ancestrale sussurro scende la pioggia sulla contrada assopita. Il cuore langue nella landa della memoria, selva d’inverno intirizzita nella neve dei ricordi. Mi desto nel gelo siderale della tua assenza, mentre rintocca dal campanile l’ora di nostalgia sfumata. Incede sulle ali della solitudine il mattino bianco. Un autunno fa amore, eri al mio fianco. M’accompagna gentile la pioggia sussurrando il tuo nome. Nel manto della mia malinconia il rosso tappeto di foglie riverbera la lanterna d’emozione ed elegia. Ed ecco soave cade l’autunnale pioggia. Dove sarai tu, che della balenante felicità, nel mio universo di disincanto sei cometa bruciante di rimpianto, fiaccola di speranza e carsica, impetuosa, nostalgica roggia. |
|