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al testo di Pietro Menditto
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Siamo ogni capello che abbiamo perso ogni occasione che volemmo ignorare ogni donna che abbiamo lasciato ogni donna che ci ha fatto disperare. Siamo la partita che non giocammo quella che non ci fecero giocare un pomeriggio senza nostro padre e un paese straniero senza nostra madre. Siamo il vuoto lasciato dalla donna della nostra vita ogni volta che reclama il nostro immutato stupore siamo tutto l'amore che non ci è toccato tutte le carezze che non abbiamo dato. Siamo tutti i libri che comprammo e non abbiamo letto – rassegnati ostaggi della nostra ignoranza – siamo il libro che non abbiamo scritto; siamo il silenzio della nostra stanza e l'impotenza di dire "ti amo" siamo quello che non sappiamo siamo tutto ma tutto quello che non siamo; una primavera che non riesce a fiorire perché anche l'inverno ha diritto di non voler morire. Siamo i morti che non abbiamo pianto e i vivi che non ci sono accanto la morte che non ci toccò ed anche quella che ci mancò siamo ciò che abbiamo dimenticato quello che in sogno abbiamo ricordato e tutto quello che non ci fu rivelato; siamo il vuoto in cui piombiamo quando siamo pieni e non ce ne ricordiamo che alla fine. Siamo il pieno che non riconosce le rose e le mangia con tutte le spine; siamo più di uno siamo al minimo due cose, siamo sangue che incontra il sangue di qualcuno e ne diffida siamo la corrida di quei fiumi che dicono una storia di cifre che non si combinano sempre bene; siamo rincorsi da colui che dicono divida, si metta per traverso. Siamo in un verso di questi metri sfilacciati siamo quelli che persero il pelo e presero il vizio siamo più di una cosa e ciò sarebbe buono se più di una cosa facesse almeno un uomo. |
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