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al testo di Marina Pacifici
E come allora sorridi
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La malinconia del mio sguardo spento, ghermito dalla tenebra, orfano di luce un giorno, nel passo gelido dell’alba.
Tremule e tristi brillano le candele d’Avvento, la tramontana porta l’eco d’una perduta voce lontana.
Tornerà il trionfo cromatico Nella fragranza di viole a primavera.
Volerà ancora nella porpora vespertina la rondine verso sera.
Canteranno di vita e di speranza melodiosi i nidi, i sentieri s’ammanteranno di nuovo di gigli e fiordalisi.
Tornerà la dolce stagione nell’elegiaco incanto. Soave sarà della valle il radioso risveglio nel muto pianto profumato del calicantus e del mio passo solitario nel mesto esilio del non averti accanto.
Chissà se dai campi elisi ancora m’ascolti e come allora sorridi.
Alla memoria di mio padre Emilio
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Censa Cucco
- 18/12/2011 23:13:00
[ leggi altri commenti di Censa Cucco » ]
io disperatamente spero che dai campi elisi ancora ci sono vicini, non potrei sopportare lidea daverli perso per sempre, ma questa forse non è che la forza della speranza. Una bella lirica vicina alla natura che vive lautunno con la certezza della primavera che verrà, e verrà senzaltro. Ciao censa
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Meth Sambiase
- 18/12/2011 20:40:00
[ leggi altri commenti di Meth Sambiase » ]
un crescendo. Ma alla fine, a quel Chissà se dai campi elisi ancora m’ascolti e come allora sorridi il dolore non si argina. Sarà che le feste ci fanno sentire ancora più lassenza, io, mi sono commossa.
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