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al testo di Martina Pensa
La casa di vetri
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Una casa di vetri, curioso spettacolo, alla mia vista si pone. La mano esitante, della porta invetriata, afferra la maniglia. Con sgomento e dolore, la presa si polverizza tra le dita bagnate di sangue. I palmi sofferenti trovano sollievo sfiorando i gelidi muri della dimora stregata. Le pareti, aizzate da un rumore assordante, con ritmo incalzante tremano in preda a convulzioni. Traumatizzate dalla furia delle incessanti vibrazioni si infrangono in un boato tagliente. Paralizzati sono i muscoli, le arterie, le cellule, ma gli occhi seguitano a guardare. Paesaggio vuoto, nessun contentuto all'interno della casa vetrata. Forse, è abitata da qualcosa di ignoto, di inaccessibile e invisibile alla razionalità del mio sguardo. La casa di vetri è la mia intima casa, quella di cui ho paura, che non vorrei conoscere, quella dei miei sogni, quella in cui abita il mio solitario inconscio.
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Martina Pensa
- 19/01/2012 23:10:00
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Hai detto bene Censa la poesia è la mia forza, solo scrivendo versi scopro la mia fragilità, la mia insicurezza e in questo modo posso affrontarle, descrivendole, rendendole degli oggetti,dipingendole come quadri...
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Alessandro Mariani
- 19/01/2012 17:32:00
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Anchio ti faccio i complimenti. Vi ho visto dentro, oltre ad una pacata energia ( contemplativa), una poesia di oggetti; mi è sembrato che fossero loro i protagonisti. Più volte mi hai spiazzato con una visione che non mi aspettavo, con unepifania graditissima. Questo modo di fare poesia, oggettivo e allo stesso tempo personale, mi piace molto.
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Mauro Iozzi
- 19/01/2012 14:26:00
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Bella! ciao
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Censa Cucco
- 19/01/2012 11:18:00
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quanta fragilità umana, ma che forza nel descriverla, la poesia è la tua forza...
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