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al diradarsi delle nubi oscure

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al diradarsi delle nubi oscure
mi fermo un poco tra me e me a pensare
rifletto sui miei sogni e le paure
su tutto quanto esiste e può cambiare

(potrebbe – forse – ma non so che dire
adesso che ho le mani mutilate
e senza le mie dita non so agire
e con l’inverno l’ossa ho congelate)

mi fermo un poco – ma davvero poco –
perché ritorna buio e sembra ostile
bruciando come fa un cattivo fuoco
quel Cielo che il pensiero muta in bile

 Franco De Toffol - 27/01/2012 11:49:00 [ leggi altri commenti di Franco De Toffol » ]

Agro dolce in questa poesia,il contrasto tra la musicalità lieve dei versi e il loro contenuto duro, talora cupo

 Franca Alaimo - 23/01/2012 23:24:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Il testo è otiimamente confezionato nella misura del verso e nella musica delle rime e questa bellezza formale fa scivolare sulla lingua che la legge quella terribile oscurità in mezzo alla quale Lorena canta. Il brevissimo diradarsi del cielo ch epoi si richiude in bile nera com eil pensiero è il corrpettivo esteriore di un sentimento interiore, anch’esso oscuro, d’impotenza contro il brutto del mondo: le dita congelate dall’inverno che cosa possono fare?

 Loredana Savelli - 23/01/2012 18:29:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Molto bella, con quel rtmo deciso di endecasillabi.

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