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al testo proposto da Loredana Savelli
Hotel Insonnia
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Mi piaceva quel mio piccolo buco con la finestra che dà su un muro di mattoni. La stanza accanto aveva un piano. Due tre sere al mese un vecchio storpio veniva a suonare Il mio azzurro paradiso.
Perlopiù, però, era tranquillo. Ogni camera col suo ragno in soprabito pesante che prende la sua mosca con una rete di fumo di sigaretta e cerimonie. Era tanto buio che non riuscivo a vedermi nello specchio sul lavabo. Alle 5 del mattino il suono di piedi nudi al piano di sopra. Lo "Zingaro" che dice la fortuna, ha il negozio all'angolo, va a pisciare dopo una notte d'amore. Una volta, pure il suono di un bambino che singhiozza.
Era così vicino che pensai per un momento che singhiozzavo anch'io.
(traduzione di Andrea Molesini, dal sito http://www.adelphiana.it/pdf/simic.pdf)
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