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al testo di Antonio Braile
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Al mio fianco un vecchio di una periferia del Nord-Est
capelli bianchi, statura non più alta, senza dita del piede, diabetico, ansioso e premuroso, mai impaurito, vivo! In fervida attesa di un figlio o una figlia a cui poter chiedere un cambio pigiama La notte volava nel fervido ardore di bruschi rumori di bombe rumene Io osservai, ma lui non voleva Io guardai, ma lui non capiva Io mi alzai, ma lui non poteva Io mi addormentai, ma lui non riusciva a dirmi Buona Notte a dirmi Buon Natale a dirmi Buon Anno Le mogli tornavano da casa con figli avvocati, ingegneri, imprenditori. Orgogliose delle loro vite vissute fra generali, marescialli, commissari. In voga di racconti di passati traslochi in residenze cambiate in alterne città, per cui poter essere sicure di dire le proprie opinioni su una scelta determinata da uno stipendio sicuro, da una lobby cercata e finalmente trovata, da cui trarre le proprie fortune, i propri desideri, le proprie voglie, in cui ritrovarsi in questo tragico futuro composto da una casa con tappezzeria particolare (kitsch) da osservare per anni anni e anni a venire per intensificare l'invidia di grigie vecchie insoddisfatte delle loro esperienze gettate nell'Ade di una città buia e desolata, in cui l'unico biancore sta nei muri delle case abbandonate da giovani famiglie arricchite e trasferite in in campagne verdeoro, dove ci si addormenta non sui letti, ma su amache di giardini in fiori. |
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