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al testo di Marina Pacifici
Al mio re di maggio
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Candido come la neve il tuo viso d’alabastro ora dormi nella bianca coltre d’un sonno lieve.
In lacrime di brina sorge il giorno, ma per te non vi sarà risveglio, né sospirato ritorno.
Nella luce del tuo ultimo sorriso ti spegnesti troppo presto in un cielo di sofferenza, mio tragico astro nell’infrangersi d’un sogno troppo breve.
Soltanto lo sguardo azzurro del fiordaliso una preghiera a fior di labbra dinnanzi al cipresso che veglia il tuo riposo ti parleranno nella carezza del silenzio d’un amore senza fine.
Nel palpito dei ricordi fra le onde dell’incredulo addio in cui salpasti all’alba, mio malinconico re di maggio il tuo sguardo tinge dei colori brucianti della nostalgia l’oceano della mia solitudine.
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