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Canti del rosario

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Alla sorella

Dove tu passi si fa autunno e sera,
azzurra fiera che fra gli alberi risuona,
solitario stagno nella sera.

Tenue risuona il volo degli uccelli,
la tristezza sopra l'arco dei tuoi cigli.
Il lieve tuo sorriso risuona.

Dio ha distorto l'arco delle tue palpebre.
Stelle cercano di notte, figlia del venerdì santo,
della tua fronte l'arco.


Vicinanza della morte

Oh, la sera che nei cupi villaggi dell'infanzia penetra.
Lo stagno sotto i salici
si riempie degli appestati sospiri della tristezza.

Oh il bosco, che lieve i bruni occhi china,
quando dalle ossute mani del solitario
la porpora dei suoi giorni d'estasi declina.

Oh, la vicinanza della morte. Preghiamo.
In questa notte si sciolgono su tiepidi guanciali
ingialliti da incenso degli amanti le fragili membra.


Amen

Putredine scivolante per la fradicia stanza;
ombre su gialli parati; in oscuri specchi s'inarca
delle nostre mani l'eburnea tristezza.

Brune perle scorrono tra le morte dita.
Nel silenzio
si aprono di un angelo azzurri occhi di papavero.

Azzurra è anche la sera;
l'ora della nostra morte, l'ombra di Azraele,
che oscura un bruno giardinetto.

 Domenico Morana - 28/11/2011 17:43:00 [ leggi altri commenti di Domenico Morana » ]

Poeta magico, Georg Trakl, resiste agli strapazzi delle traduzioni (questa, se non sbaglio, quella ormai classica di Vera degli Alberti e Eduard Innerkofler)con un trionfante getto seminale sul genio delle lingue. Da leggere e rileggere e tradurre... il più moderno, il futuro addirittura...
Apprezzatissima proposta.

Che ci dici dello spettacolo programma a Modena il 4 e 7 dicembre. Perché non ce ne parli? Sulla locandina c’è il tuo nome!
Ciau

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