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due poesie di Vera Lcia de Oliveira

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poi chiameremo le rondini queste rondini
che non decifrano più i segnali del vento
pensano che vivranno in eterno sui tetti
a fabbricare il volo delle uova dischiuse
pensano che ormai sono scampate a partenze
le chiameremo e verranno con noi
ad aspettare i giorni di buio in cui
si entra dentro la morte ancora vivi
ma con degli accorgimenti dei segni
di riconoscimento nelle mani così
poi da non perdersi impareremo
dalle rondini chissà come faranno a
non perdersi anche quelle rimaste
sanno quando non vale più la pena
di fare le valigie



*


i giovani non hanno il senso del dolore
si figurano i vecchi come vogliono
un po’ teneri pietosi in attesa
delle ore migliori in cui l’accumulo
dell’oro lascia un grande tesoro
ma lei che era vecchia non ci vedeva nulla
oltre quel sordo morire sempre più velocemente
come avrebbe potuto dire a loro che lei dentro
sentiva il lacerare della carne che non voleva
più collaborare con le ossa per sostenere la vita?




(tratte da "La cane quando è sola" in http://www.filidaquilone.it/num013oliveira.html)

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