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Lofferta del vento

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Non c’è eco che non rifletta il vento.

Immagine di te che torni, come tra nubi
auriga trasportata nel sonoro carro
di voce che ti amplifica e frantuma,
infine in nebbia chiara ti discioglie.

La bimba ormai fanciulla è d’altro seno
ma come fosse stata da sempre nel tuo sogno -
lo rivelano le cifre che porta nelle stelle.

Così tu resti origine eppure in altro
firmamento. Compi solitario apprendimento,
amore che a te ha dischiuso puro fuoco.

Allora con la mente che chiamano le stelle
ti avventuri e scopri andando altra te stessa,
solcando terra umida col passo - immerso
fino al cuore di radice che rimane oscura.

Non c’è eco che non rifletta il vento.

 Ferdinando Battaglia - 29/05/2012 16:24:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Una poesia suggestiva, trasuda di bellezza la sua costruzione formale; non d’immediata interpetazione, indice di un lavorìo di ricerca nella sua scrittura che già di per sé riverbera l’intriseca luce celeste notturna.

Ciao Cristina

 Carla de Falco - 29/05/2012 07:26:00 [ leggi altri commenti di Carla de Falco » ]

Così tu resti origine eppure in altro
firmamento. Compi solitario apprendimento,
amore che a te ha dischiuso puro fuoco.

la Voce mi sembrerebbe di leggere è la protagonista di questo bellissimo canto.
e la sua eco, offerta dal vento della vita, attraverso gli uomini.


ho letto questa. m’è parsa bellissima.

 cristina - 28/05/2012 23:19:00 [ leggi altri commenti di cristina » ]

Sono felice che tu l’abbia apprezzata. Grazie Giorgio, buonanotte, te la offre il vento!

 Giorgio Cornelio - 28/05/2012 21:20:00 [ leggi altri commenti di Giorgio Cornelio » ]

Mi sono ritrovato ad amarla gia’ dal primo verso : evocativa e affascinante .
Leggerti e’ sempre un piacere.

Un saluto.

 cristina - 28/05/2012 20:44:00 [ leggi altri commenti di cristina » ]

Grazie Luciana, anch’io ti sento tanto vicina.

 Luciana Riommi Baldaccini - 28/05/2012 20:39:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

Allora con la mente che chiamano le stelle
ti avventuri e scopri andando altra te stessa,
solcando terra umida col passo - immerso
fino al cuore di radice che rimane oscura.

Trovo bellissima questa strofa e insieme terribilmente vicina alla mia personale sensibilità. Ciao Cristina

 cristina - 28/05/2012 20:16:00 [ leggi altri commenti di cristina » ]

Correggo: grazie a ...

 cristina - 28/05/2012 20:15:00 [ leggi altri commenti di cristina » ]

Ho letto con curiosità i vostri commenti, grazie! E’ vero Loredana, ormai gli avvenimenti che toccano il soggetto sono riportati su un piano di diversa ampiezza. Una rivisitazione e riscoperta, ma questa volta attraverso e grazie una voce che subentra, un arrivo (in questo caso una bambina)che amplificano i significati, eco che si richiamano. E il soggetto viaggia, si trasforma, consapevole di una solitudine che, caro Alessandro, è, come dici tu, un auto - apprendimento che purifica anche attraverso il dolore ma non solo. Un saluto a tutti, amici cari.

 Lorenzo Mullon - 28/05/2012 16:54:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Sembra vuoto, il vento, come tante apparenze da dischiudere.
Piena di eco!

 Loredana Savelli - 28/05/2012 14:14:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

"La bimba ormai fanciulla è d’altro seno
ma come fosse stata da sempre nel tuo sogno": a me hanno colpito molto questi versi, struggenti, di una cosmica malinconia.
Tutto è un possibile indizio: le stelle, le radici, l’auriga, le nubi. E’ la ricerca di noi stessi, mai conclusa.
Ciao!!!

 Silvia De Angelis - 28/05/2012 12:11:00 [ leggi altri commenti di Silvia De Angelis » ]

"auriga trasportata nel sonoro carro"...questo ed altri versi rendono
davvero magico il senso del tuo poetare...
Inizia una bella settimana!

 Fiammetta Lucattini - 28/05/2012 10:02:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Evocativa.

 Alessandro Mariani - 28/05/2012 02:49:00 [ leggi altri commenti di Alessandro Mariani » ]

Ciao Cristina, come al solito sono molto frammentario nel commento, e mi voglio soffermare su questi due splendidi versi:

"Compi solitario apprendimento,
amore che a te ha dischiuso puro fuoco."

mi hanno ricordato, con grande tenerezza, chi si istruisce da solo. Per un breve periodo della mia adolescenza, ho dovuto abbandonare la scuola perché mi sentivo poco bene. Penso di avere imparato di più sulla lettura e la letteratura in quei mesi che durante tutto l’arco dell’anno. Primo perché avevo una buona insegnante ( come credo tu sia) che mi aveva dato una lista di libri con cui avrei potuto passare il tempo. Secondo, e penso sia cos’ per tutti, anche se le difficoltà sono molte, è meglio affrontare l’originale, a meno che tu non voglia diventare un erudito o un critico letterario. L’apprendimento solitario è una sorta di eros, come dici in questi versi. E schiude la luce dell’intelletto. Trovo questa poesia molto pregnante e molto bella. Alla fine - come ho scoperto in quei mesi - quello che tu chiami puro fuoco è il fatto di sapere che esistono persone che possono insegnarti qualcosa, ma il vero punto di partenza siamo noi stessi. Scusa per la divagazione. Mi ha dato molto piacere leggere questo piccolo " romanzo di formazione". Un caro saluto

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