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Carta aos amigos mortos

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CARTA AOS AMIGOS MORTOS 

 

Eis que morrestes – agora já não bate

O vosso coração cujo bater

Dava ritmo e esperança ao meu viver

Agora estais perdidos para mim

– O olhar não atravessa esta distância –

Nem irei procurar-vos pois não sou

Orpheu tendo escolhido para mim

Estar presente aqui onde estou viva

Eu vos desejo a paz nesse caminho

Fora do mundo que respiro e vejo

Porém aqui eu escolhi viver

Nada me resta senão olhar de frente

Neste país de dor e incerteza

Aqui eu escolhi permanecer

Onde a visão é dura e mais difícil

 

Aqui me resta apenas fazer frente

Ao rosto sujo de ódio e de injustiça

A lucidez me serve para ver

A cidade a cair muro por muro

E as faces a morrerem uma a uma

E a morte que me corta ela me ensina

Que o sinal do homem não é uma coluna

 

E eu vos peço por este amor cortado

Que vos lembreis de mim lá onde o amor

Já não pode morrer nem ser quebrado

Que o vosso coração que já não bate

O tempo denso de sangue e de saudade

Mas vive a perfeição da claridade

Se compadeça de mim e de meu pranto

Se compadeça de mim e de meu canto

 



LETTERA AGLI AMICI MORTI

 

Ecco che moriste – oramai non batte più

Il vostro cuore il cui battere

Dava ritmo e speranza al mio vivere

Ora per me siete perduti

– Lo sguardo non attraversa questa distanza –

Neppure andrei a ricercarvi poiché non sono

Orfeo avendo scelto per me

Di stare presente qui dove sono viva

Vi auguro la pace nel vostro cammino

Fuori dal mondo che respiro e vedo

Qui scelsi di vivere

Niente mi resta se non guardare di fronte

In questo paese di dolore e incertezza

Qui scelsi di rimanere

Dove la visione è dura e più difficile

 

Qui resto sola a far fronte

Al volto sudicio di odio e di ingiustizia

La lucidità mi serve per vedere

La città cadere muro dopo muro

E le facce morire una a una

E la morte che mi falcia mi insegna

Che l’uomo non è il segno di una colonna

 

E vi chiedo per questo amore reciso

Che voi mi ricordiate là dove l’amore

Non può morire né essere spezzato

Che il vostro cuore che più non batte

Il tempo denso di sangue e di salute

Ma vive la perfezione della chiarezza

Si compiaccia di me e del mio pianto

Si compiaccia di me e del mio canto



[ Tratta da Livro Sexto, Editorial Caminho, traduzione di Roberto Maggiani ]

 

 

 Roberto Maggiani - 31/10/2012 19:22:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Grazie carissime, ma direi che sì di Sophia sono proprio innamorato, la sua scrittura mi induce a scrivere e scrivo conscio del fatto che lei ha già scritto tutto quello che avrei voluto scrivere io e proprio come avrei voluto, ma essendone incapace e avendolo già fatto lei non mi rimane che tradurla, come mi riesce.

 Maria Musik - 31/10/2012 16:48:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Che meraviglia. C’è tutto quel che deve esserci: amicizia/amore, solidarietà, denuncia civile, riflessione esistenziale e trascendentale e... sentimenti, emozioni, preghiera, visione. Un vuoto di fronzoli strabordante di senso.

 Alessandra Ponticelli Conti - 31/10/2012 16:38:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Testo che invita alla riflessione e tradotto egregiamente.Complimenti Roberto!

 Franca Alaimo - 30/10/2012 10:48:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Alta e commossa è la consapevolezza della fatica del vivere, malinconica l’accettazione della provvisorietà del transito, e però vi si oppone la certezza della dimensione eterna, così che, grazie al lungo ed indistruttibile ascolto dei morti a cui è dedicato il canto della poesia, nessuna parola andrà perduta, nessun legame spezzato.
Maggiani ci propone spesso i testi di Sophia de Mello Breyner Andresen, perché ne è evidentemente "innamorato", ed è, quindi, il suo un modo di donare ai lettori la sua idea di "poesia", poiché è evidente che gli autori preferiti siano per ciascuno di noi la realizzazione di una teoria. Secondo me, conoscere gli autori preferiti di un autore è un modo di conoscere di più quest’ultimo. Grazie, Roberto!

 Loredana Savelli - 30/10/2012 07:46:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Poesia alta, tra il dolore della separazione e la fierezza della solitudine. La lucidità, afferma la poetessa,
"serve per vedere
La città cadere muro dopo muro
E le facce morire una a una".
Ma l’uomo è oltre "il segno di una colonna".
Poesia della vita, dunque, nella sua accezione ultraterrena.
La traduzione rende bene, secondo me, lo stile scarno, abolito ogni fronzolo, pronunciate le parole nella pregnanza forte del significato.

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