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requiem

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E’ doloroso il silenzio
cui sono costretti
i poeti di questa stagione.
I loro pallidi libelli giacciono
coperti dalla polvere
negli scaffali delle librerie,
sormontati da scritte che declamano
che in essi vive la Poesia.
Nessuno osa prenderli in mano
quasi fossero cavallette
o altri repellenti insetti
di una biblica, spietata punizione.
Eppure c’è qualcosa d’eroico
nella loro invenduta presenza
“Noi ci siamo!”
Paiono urlare ai lettori
che voltano loro le spalle
per la più facile prosa.
“Noi, fioriti nei deserti,
sotto inenarrabili stellati,
testimoni del vento
che muove le dune,
che cancella le orme
di coloro che osano avventurarsi
nei sabbiosi letti dei serpenti,
disincarnati, assettati,
gli occhi bruciati da orizzonti
di troppo vivida luce.
Noi ci siamo!
Miraggi di noi stessi,
realtà e sogno,
immagini affidate agli abissi
della vostra coscienza”
Nessuno leggerà mai le parole
che si portano dentro
fino al giorno del macero.
Poeti, fabbricanti
di dolorosi silenzi,
dinosauri di questa
moderna preistoria
estinguetevi in pace.

 Loredana Savelli - 12/02/2009 14:37:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Parole come vite vissute in solitudine... (meno male che tra poeti almeno ci si capisce, anche se da lontano).

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