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al testo di Teresa Anna Biccai
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prima che i tuoi occhi guardassero il sole, le corolle inanimate, l'orizzonte che minaccia le passioni
prima che i tuoi occhi spogliassero le rose i rovi, le sembianze dell'inverno e il fuoco inerme
prima che i tuoi occhi pesassero le lacrime l'impensato della notte e prima che ti fossero di parte confortandoti di sera
prima che i tuoi occhi affilassero un'idea, la premura e la bellezza, e il pudore dell'angoscia
prima che i tuoi occhi si voltassero feriti consumandoti sentenza e precisione oltre il dubbio dell'aurora
è così che li vorrei, mio stupore con le palpebre socchiuse dell'infanzia innocenti e senza credo, con il senso per l'ignoto
erano doveri le nubi di quei giorni scure meraviglie e fauci in volo pronte a dire l'irreale
le stagioni t'imbrogliavano a intervalli insegnandoti l'attesa delle foglie e l'atroce del domani
forse ero la terra che pestavi senza quiete né tristezza forse ero l'assenza o la rovina la tua ruga già affidata
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